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MASSESE

Una manciata di chilometri, una scia di sangue troppo lunga

Proteste, vertici, promesse. Ma sulla Massese la sicurezza è un tabù

Una manciata di chilometri, una scia di sangue troppo lunga

di Maria Chiara Pezzani

03 Gennaio 2023, 09:41

Langhirano L’incidente in cui ha perso la vita Tiziana Sani è solo l’ultimo in ordine di tempo. È una cartografia del dolore quella che emerge dalla Massese, di vite spezzate, di ferite nei famigliari che non si rimargineranno. Riavvolgendo il nastro del tempo, guardando solo a questa manciata di chilometri che attraversano il territorio langhiranese, il tributo di vite è altissimo. Nemmeno un anno fa tre giovani, il 18enne Josef Venturini, Martina Karakach di 17 anni e il 20enne Renat Tonu, sono morti all’incrocio di Torrechiara, distante meno di 2 km dal luogo dell’incidente di mercoledì sera. Nelle semicurve a Cascinapiano, in uscita dal rettilineo verso Langhirano, nel luglio del 2008 quattro ragazzi si erano scontrati contro un’altra vettura e Davide Ghirardi, 18 anni, e Luca Costantino di 19, avevano perso la vita. Senza dimenticare l’incrocio di Casatico, anch’esso a una manciata di metri, dove nel 2017 Filippo Ricotti, 17 anni, è stato travolto da un’auto mentre era diretto alla fermata del bus. Quello di mercoledì sera è il quinto incidente nel giro di un mese in questi pochi chilometri: lungo il rettilineo a Cascinapiano anche lo scorso 17 dicembre un’altra auto era finita fuori strada dopo un tamponamento, con conseguenze per fortuna diverse. Ai nomi e ai volti che restano nella mente della collettività, si sommano i dati che in modo freddo e impietoso raccontano la situazione dell’arteria statale. Il 2 dicembre la Gazzetta di Parma aveva pubblicato alcuni stralci della lettera che Roberto Cancedda, presidente di «2Nove9 Associazione vittime incidenti stradali – Aps», aveva inviato ad Anas Emilia Romagna per chiedere un intervento strutturale. «Dai dati Istat in nostro possesso – scriveva Cancedda - emerge come da novembre 2016 a oggi questa strada, nei soli 10 km passanti per Langhirano, abbia una media di oltre 1,26 morti l’anno. Da febbraio 2011 si sono registrati più di 214 feriti gravi, una media annua di 23,78. Siamo di fronte a un problema legato a un’infrastruttura che non può più rimanere in queste condizioni. Inoltre il 33 per cento dei sinistri rilevati da Istat lo stato delle infrastrutture è concausa dell’incidente stesso e/o delle lesioni che ne seguono». E anche oggi di fronte all’ennesima morte, Cancedda indica la priorità: «Serve un tavolo tra enti in cui sviluppare azioni di prevenzione - spiega -: una sinergia, un lavoro corale che comprenda anche corretta informazione e messa in sicurezza del territorio. Bisogna prima di tutto scardinare la metodologia di lavoro dell’ente gestore, un approccio alla messa in sicurezza che consideri una diversa percezione del pericolo, basata sulla priorità di rischio oggettiva che si desume dai dati Istat. Un approccio che ad oggi non abbiamo avuto modo di vedere». Anas Emilia Romagna, che ha in gestione la Massese da un anno e mezzo, fa sapere che l’attenzione per la sicurezza stradale è alta e che continua la collaborazione e il dialogo con il comune di Langhirano, anche per la progettazione, che sta proseguendo, finalizzata alla realizzazione della rotatoria all’incrocio di Torrechiara.

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