FIDENZA
Facendo un rapido per il centro storico della città, in tanti hanno notato, diversi negozi chiusi per cessata attività. Alcuni titolari hanno raggiunto il traguardo del pensionamento, ma la maggior parte ha chiuso per la drammatica crisi che si sta vivendo e per i costi troppo elevati di gestione legati ad affitti, bollette e altro.
Tanto per citare alcuni negozi che con la fine dell’anno hanno abbassato le saracinesche per sempre, figurano due panetterie, una macelleria equina, un supermercato, due negozi di alimentari, una sartoria e altri. Una situazione drammatica per il commercio: così commentata da Claudio Antolini, responsabile di Confesercenti Fidenza e titolare del locale «La taverna del pellegrino».
«Sicuramente, in città, ci sono state più chiusure di negozi che aperture e le saracinesche abbassate per sempre sono sotto gli occhi di tutti. A fine anno in tanti hanno deciso di cessare l’attività, perché non ce la fanno più a sostenere le spese ingenti di gestione, bollette, affitti e tutto il resto. Il rapporto spese-consumi-guadagni è drammatico e le famiglie devono centellinare ormai anche le spese minime, soprattutto perché arrivano bollette da centinaia di euro. Il potere d’ acquisto delle famiglie è diventato troppo scarso. Adesso si tende ad acquistare su internet o andare nei grandi centri commerciali dove si compra a basso costo. Ho constatato che ormai la gente rinuncia anche agli aperitivi, soprattutto nella fascia di età medio-alta, scegliendo magari di farsi un ''ape'' una volta o due alla settimana. E i commercianti, come nel mio settore, non possono lavorare quattro mesi d’estate per pagare le spese di quattro mesi d’inverno. Il centro storico cittadino si è svuotato completamente e basta fare un giro nel tardo pomeriggio, per vedere il deserto».
Sulla questione interviene anche Elisa Frangipane, responsabile Ascom di Fidenza, imprenditrice del settore turistico e titolare dell'agenzia San Donnino viaggi. «Il problema dei negozi chiusi nei centri storici è una questione che accomuna purtroppo molte realtà italiane e le cui cause sono molteplici prime fra tutte il caro affitti, la scarsa riqualificazione degli immobili cui si aggiunge un cambiamento nelle abitudini di acquisto dei consumatori e di frequentazione in generale dei centri storici. E proprio in merito allo stato di salute del terziario locale abbiamo realizzato, nei mesi scorsi, in collaborazione con un importante istituto di ricerca nazionale, un’approfondita indagine sul vissuto delle imprese a Fidenza che presenteremo nei prossimi giorni in conferenza stampa».
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