Collecchio
L’aviere 19enne era nato a San Polo di Torrile e fu dato per disperso nel lontano aprile 1941.
E’ il 21 aprile 1941, l’aerosilurante S.M. 79 «Sparviero», appartenente alla 278ª squadra della Regia Aeronautica, decolla nel tardo pomeriggio dall’aeroporto di Berka, vicino Bengasi, per una missione di guerra.
L’obiettivo è un convoglio di navi britanniche avvistate a sud ovest di Creta. Il velivolo, comandato dal tenente pilota Oscar Cimolini, originario di Gorizia, sfiorando le onde si dirige solitario verso le navi nemiche. Dopo averle raggiunte ingaggia una battaglia sganciando il siluro in dotazione. Poi del nostro aeroplano non si avranno più notizie, sembra letteralmente inghiottito dal nulla. Di sicuro c’è che non è rientrato all’aeroporto di Berka. Probabilmente il Mare Nostrum ha reclamato l’ennesima vittima, come lascia intendere il laconico messaggio del Comando operazioni: l’S.M.79 del comandante Cimolini non è rientrato da una missione, le ricerche sono in corso.
Dopo qualche giorno la comunicazione ufficiale, che per i famigliari dei nostri aviatori suona come una dichiarazione di morte: dispersi in azione. Dell’equipaggio, oltre al comandante Cimolini, facevano parte il secondo pilota maresciallo Cesare Barro, tenente di vascello osservatore Franco Franchi, sergente maggiore marconista Amorino De Luca, primo aviere motorista Quintilio Jozzelli, primo aviere armiere Giovanni Romanini.
Di questo velivolo, e del suo sfortunato equipaggio, si perderanno completamente le tracce fino al 21 luglio del 1960. Quel giorno una Fiat Campagnola dell’Eni arranca fra le sabbie arroventate della Cirenaica: improvvisamente qualcosa che sporge dal terreno accidentato attira l’attenzione dei tre tecnici italiani che sono a bordo. Fermato il fuoristrada i tre si avvicinano e si rendono subito conto che si tratta di resti umani.
Lo scheletro, in parte mummificato, veste brandelli di una divisa militare ancora riconoscibile, al collo ha ancora quattro borracce per l’acqua. Si tratta di un aviatore della Regia Aeronautica italiana. Nelle tasche i tecnici ritrovano i documenti del caduto, ancora integri grazie al clima secco del deserto, sono dell’aviere 19enne Giovanni Romanini, nato a San Polo di Torrile, dato per disperso nel lontano aprile 1941. Infatti, da accertamenti in seguito effettuati, il numero di matricola del velivolo sul quale volava, riportati nei documenti, rimandano proprio allo Sparviero scomparso nel 1941.
Il povero ragazzo era evidentemente morto di sete e di stenti beffardamente a pochi chilometri dalla carovaniera Gialo-Giarabub, a due passi dalla salvezza. E’ evidente che non troppo lontano deve trovarsi il relitto del suo velivolo, che infatti viene ritrovato due mesi dopo a circa 90 chilometri dai poveri resti di Romanini.
Lo Sparviero è quasi intatto, la mitragliatrice di bordo ancora puntata fieramente verso l’alto, a bordo i resti dei 5 uomini dell’equipaggio, probabilmente tutti rimasti feriti nell’atterraggio di fortuna. Da una prima ricostruzione risulta evidente che avevano incaricato il nostro aviere, il più giovane e quello probabilmente più in forze in quanto miracolosamente incolume, di partire per cercare aiuto dopo avergli consegnato le loro scorte d’acqua. Giovanni riesce a percorrere 90 chilometri di deserto prima di morire stremato dal caldo e dalla sete. I suoi compagni di sventura lo attenderanno invano esalando l’ultimo respiro a bordo dell’aeroplano che diventerà la loro tomba.
Il mistero dello Sparviero fantasma, dopo 19 anni dalla sua scomparsa, era stato tragicamente svelato. I resti dei nostri aviatori verranno trasferiti con tutti gli onori presso il Sacrario Caduti d’Oltremare a Bari. Dopo alcuni anni le spoglie di Giovanni Romanini verranno traslate al cimitero di Collecchio dove tutt’ora riposano.
Per chi volesse conoscere meglio questa triste vicenda l’Associazione Arma Aeronautica di Parma, in collaborazione con il Comune di Collecchio, organizza per domani una conferenza su Giovanni Romanini e lo Sparviero fantasma, che si terrà presso la Baita del Gruppo Alpini di Collecchio, in via 8 Marzo - largo degli Alpini, con inizio alle 15.
Relatore sarà Giorgio Viola, scrittore, storico, e direttore del Museo del Combattente di Modena. La conferenza rientra nell’ambito degli eventi per il Centenario dell’Aeronautica Militare e per la Festa delle Forze armate.
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