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Il secondo neonato morto dissanguato. Chiara: "Seppellito in giardino perché lo volevo vicino a me". Il padre di entrambi i bimbi è l'ex fidanzato

La conferma dal Dna: il padre di entrambi i neonati morti è l'ormai ex fidanzato. Il procuratore: "Sgomento.  Una ragazza  difficilmente decifrabile"

20 Settembre 2024, 11:06

E' la prima volta che il procuratore Alfonso D'Avino parla della vicenda con i giornalisti. Fino ad oggi era stato mantenuto il riserbo più assoluto sulla tragedia di Vignale, dove - nel giardino della villetta di famiglia - sono stati seppelliti due neonati partoriti dalla ragazza, 21 anni, a distanza di un anno. Una delle notizie che emergono è che l'esame del Dna ha confermato che il padre dei due neonati morti è lo stesso: l'ormai ex fidanzato.

Intanto alle 9.20 di questa mattina Chiara ha lasciato la caserma dei carabinieri di Parma per essere trasferita probabilmente in una struttura protetta fuori dalla provincia, seguita da professionisti, e dove resterà ai domiciliari. 

Al fianco del procuratore, il colonnello provinciale dei carabinieri Pagliaro.

"Oggi finalmente si sono verificate le condizioni per una comunicazione completa sul caso", ha detto il Procuratore.

Che ha definito la vicenda "un fatto drammatico e che, oltre alla rilevanza penale, suscita sgomento. Sgomento per i due bambini che non hanno potuto vedere il mondo, per la famiglia della ragazza che si trova a affrontare situazione che mai avrebbe pensato, per un giovane fidanzato che suo malgrado si è trovato a dover rinunciare alla paternità senza saper nulla, e sgomento anche per la ragazza. Certamente pare una ragazza difficilmente decifrabile e che da oggi dovrà prendere maggiore coscienza di ciò che è stato e ciò che sarà ".

L’eccezionalità di vicenda e personalità di indagata, ben inserita nel contesto sociale, incensurata e aveva collaborato con investigatori per sottoporsi al test del Dna e alla visita ginecologica, avevano fatto decidere al Gip di rigettare la prima richiesta di misura cautelare formulata dalla procura. 

"Poi la scoperta che il primo neonato ritrovato era stato ucciso e che c'era una seconda maternità con un probabile secondo omicidio ci ha fatto decidere di ripresentare richiesta", ha detto il procuratore.

"Il Gip ieri ha condiviso la nostra ricostruzione riguardo ai gravi indiizi sull'omicidio premeditato, la soppressione del cadavere a maggio e l'occultamento del secondo cadavere e ha disposto gli arresti domiciliari, dove potrà essere soggetta a controllo dei familiari e senza avere contatti con l'esterno".

Ad agosto vicino al corpicino era stato trovato un asciugamano e accanto c'era una buca. E' stata coinvolta un'esperta in patologia forense veterinaria, che ha definito i cani della villetta come cani scavatori: sono stati loro a ritrovare il bimbo e ha trascinarlo dove è stato trovato.

Il dna che ha permesso di arrivare alla madre è stato prelevato dagli spazzolini da denti della famiglia. Grazie al Luminol sono state trovate tracce di sangue nella stanza della ragazza e nel bagno.

Secondo l'autopsia, la morte del neonato è stata dovuta al taglio del cordone ombelicale non seguito dalla chiusura: il bimbo è morto dissanguato. 

Il 2 settembre sono arrivate le dichiarazioni spontanee della ragazza, che non sapeva delle ricerche sul suo cellulare e sul suo pc, e ha provato a alleggerire la sua posizione, pur non negando di essere la madre del bimbo e di averlo seppellito. 

Dal pc erano emerse ricerche su internet del tipo "seconda gravidanza" e "secondo parto", "seconda gravidanza dopo un anno" e nonostante la negazione della ragazza gli investigatori non hanno abbandonato questa pista.

Non solo: nelle prime spontanee dichiarazioni fatte  «aveva detto che ha nascosto il corpo del neonato nel giardino perché lo voleva vicino a sé». Lo ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Parma, colonnello Andrea Pagliaro. E allora, quando si è intuita la possibilità di una seconda gravidanza, «si è pensato che se veramente ci fosse stato un altro bambino lo avrebbe sepolto sempre lì, vicino alla sua camera». Quando sono state trovate le ossa «eravamo increduli», ha ammesso l’ufficiale.

Durante una intercettazione ambientale, al ritorno dagli Stati Uniti, la madre di Chiara le aveva chiesto se un'emorragia precedente, avvenuta un anno prima, non nascondesse un altro episodio simile. Ma la ragazza aveva negato. Il riferimento a una prima emorragia - si è scoperto - risale a un anno prima, quando il padere della ragazza, entrando nel bagno, aveva notato grosse macchie di sangue. La allora 20enne si era giustificata parlando in un ciclo mestruale molto copioso.

A quel punto però, con un elettromagnetonomo, gli investigatori hanno verificato con un tecnico specializzatoi se nel giardino potessero esserci elementi che facessero pensare ad altri scavi recenti. Questo ha permesso di concentrarsi in quattro punti del prato ma senza esito. L'intuizione dei carabinieri a quel punto è stata che fosse rimasta indietro una minuscola parte del giardino, ricoperta da siepi, e lì sono state ritrovate delle piccole ossa umane. 

Anche in questo caso si tratta di bimbo nato alla 40esima settimana, a termine della gravidanza dunque. 

E' stata la madre della ragazza a ricordare che quella prima emorragia era avvenuta in una certa data, ossia il 12 maggio 2023, mentre i genitori e il fratello era assenti per assistere a un saggio di danza. Dopo il parto la ragazza avrebbe scavato con le sue mani per seppellire il piccolo.

Di fronte a un contesto in cui Chiara appare circondata dall’affetto di una famiglia, del fidanzato e delle amiche e
in cui avrebbe potuto contare su tutto l’appoggio affettivo e materiale, "La scelta dell’indagata  - si legge nella nota della Procura -è stata dunque libera e si è orientata nella direzione della soppressione del neonato e nel suo successivo occultamento; ha autonomamente scelto di gestire da sola e senza aiuto dapprima la gravidanza, poi il parto. Ben avrebbe potuto la stessa non privare della vita il proprio bambino."

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