Sant'Andrea
Il fucile sotto il letto. E poi quei tre colpi alla testa della moglie mentre dormiva accanto a lui. Era morta all'istante, Marina Cavalieri, tra le 4 e le 5 del 22 ottobre scorso. Ma ieri non si è fatto vedere, Giovanni Vascelli. Chiuso in via Burla nel primo giorno del processo che comincerà a disegnare il suo futuro. «Ha preso questa decisione - spiega Francesco Mattioli, l'avvocato che lo assiste insieme alla collega Beatrice Stocchi - perché gli avevamo comunicato che si sarebbe trattato solo di un'udienza tecnica».
E così è stato: tutto è scivolato via in pochi minuti. Ma anche il processo davanti alla Corte d'assise, presieduta da Maurizio Boselli (giudice a latere Francesco Matteo Magnelli), dovrebbe essere piuttosto rapido, perché la difesa ha detto sì all'acquisizione integrale degli atti delle indagini preliminari. Una sorta di giudizio abbreviato di fatto, visto che la scelta del rito alternativa era stata «bocciata» dalla gup Sara Micucci perché la legge non lo consente quando si tratta di omicidio aggravato, in questo caso dal rapporto matrimoniale. L'unica aggravante contestata, ma che da sola può portare all'ergastolo.
Prima del rinvio del processo, al 10 giugno, si sono costituite anche quattro parti civili: fratelli e nipoti di Marina, che si sono affidati agli avvocati Mario Bonati, Stefano Delsignore e Katia Loro. Una costituzione, tuttavia, che potrebbe essere revocata già entro l'estate, perché l'accordo sulla transazione economica è in dirittura d'arrivo.
Pochissimi saranno i testimoni che saranno sentiti, visto che tutti gli atti sono già entrati nel processo, ma anche Vascelli sarà interrogato in una delle prossime udienze. Quella mattina d'ottobre, dopo il delitto, era salito in macchina e aveva cominciato a macinare chilometri fino a Grosseto, mentre il corpo della moglie era stato scoperto da un parente arrivato nella casa di Sant'Andrea per dare cibo agli animali. Due giorni in fuga, in quei luoghi in cui era stato in vacanza con Marina, prima di essere fermato dai carabinieri. E confessare l'omicidio.
Più di trent'anni insieme, Marina Cavalieri e Giovanni Vascelli. Lei, 62 anni, infermiera in pensione, e lui, tre in più. lavorava ancora per una ditta di surgelati. Eppure, proprio in quella lunga vita uno accanto all'altra andrebbero cercate le ragioni di quella notte di violenza. E' la versione di Vascelli, naturalmente. Ha parlato di un rapporto che andava sfibrandosi, dopo anni in cui la coppia si sarebbe sempre più chiusa in se stessa. La mancanza di figli, inoltre, sarebbe stata una sofferenza che poi avrebbe causato tensioni e conflittualità tra marito e moglie. Ma anche le condizioni degli anziani genitori di entrambi, che nel tempo avevano accudito, avrebbero progressivamente minato l'equilibrio della coppia. A tutto ciò si sarebbero aggiunte una serie di preoccupazioni economiche.
Il racconto di Vascelli. In attesa che la sua voce risuoni in aula.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da Media Marketing Italia
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata