Museo dell’Emigrante
Tarsogno Un ponte tra passato e presente, tra radici e orizzonti lontani. Nella cornice del Museo dell’Emigrante di Tarsogno, Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma, ha presentato il suo libro «Do you Speak Pramzàn? Dalle valli al mondo: storie di uomini e donne, storie di successo».
L’evento, organizzato da La Famiglia Tarsognina associazione che da oltre 50 anni ricostruisce e tiene stretti i legami con i propri Bestraiai nel mondo, ha registrato una partecipazione calorosa e molto sentita. Non poteva esserci cornice più significativa del Museo dell’Emigrante, luogo simbolo della memoria e delle vicende di chi, dalle valli del Taro e del Ceno, partì alla ricerca di un futuro lontano.
Il volume è il frutto dell’omonimo progetto promosso dall’Unione dei comuni Valli Taro e Ceno ed è finanziato dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Rinaldi racconta le vite di uomini e donne che hanno lasciato il Parmense per costruire il proprio destino all’estero, soprattutto a New York, ma anche in altre città degli Stati Uniti, in Gran Bretagna e a Parigi. Sono storie di fatica, coraggio e determinazione, di traguardi professionali e veri e propri successi imprenditoriali. Storie di cuore, in cui il dialetto, parlato a migliaia di chilometri da casa o la canzone tipica dei paesi di origine diventano il filo sottile che lega il presente a un passato che non sbiadisce. A dialogare con l’autore Alessandro Cardinali, presidente dell’Associazione parmigiani nel mondo, Matteo Daffadà, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, e Domenico Sidoli, presidente dell’Associazione parmense. Tutti hanno sottolineato l’importanza di raccogliere e tramandare queste testimonianze per le generazioni future. Tra il pubblico anche un’emozionata Renata Soracchi arrivata da Londra per la presentazione, testimone della storia di emigrazione e di «successo» della sua famiglia nel campo della gastronomia e raccontata nel libro. «Non sono soltanto storie di emigrazione - ha sottolineato il direttore Rinaldi - ma di vite che parlano di dignità, di legami familiari, di radici che continuano a nutrire il presente. Raccogliere queste storie è stato davvero un lavoro intenso, emozionante e prezioso. Un libro di storie, di cuore con moltissima documentazione fotografica. Un impegno per ricostruire e mantenere memoria. Ed è solo l’inizio».
L’incontro si è concluso tra applausi, emozioni e tanti ricordi con la consapevolezza che la storia dell’emigrazione è parte viva del nostro territorio.
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