il caso
Il giorno della ricorrenza dei defunti va nella propria tomba di famiglia e trova uno spazio occupato abusivamente. Chiede spiegazioni al Comune e non ottenendo risposta è costretta a rivolgersi ai giudici per fare rimuovere la sepoltura abusiva ma realizzata come se tutto fosse regolare, con tanto di nome della persona sepolta. E’ successo a Burgio, un paesino in provincia di Agrigento noto per le sue ceramiche e per la fabbrica di campane. La donna, dopo la scoperta, ha chiesto al Comune di conoscere chi abbia dato il consenso alla sepoltura e come mai non fosse stato richiesto il suo consenso. Dall’amministrazione comunale non è arrivata nessuna risposta per cui è stato necessario un ricorso al Tar di Palermo per ottenere l’accesso agli atti. E’ stato presentato dagli avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airò e i giudici della seconda sezione del Tar hanno accolto il ricorso e condannato l'amministrazione ad esibire la documentazione entro 30 giorni. In ogni caso il Comune, dovrà farsi carico del problema e far rimuovere la sepoltura abusiva.
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