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Campobello di Mazara

La coppia che ospitava Messina Denaro controlla la strada per dargli il via libera - Video

16 Marzo 2023, 15:09

Continuano le indagini sulla rete di complici che ha protetto la latitanza di Matteo Messina Denaro. I carabinieri del Ros hanno arrestato oggi per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Gianluca De Leo. 

Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Lanceri, arrestati oggi per favoreggiamento del boss Matteo Messina Denaro, nei giorni precedenti la cattura del capomafia hanno in più occasioni ospitato il boss a casa «così consentendogli non solo di trascorrere molte ore in piena tranquillità ed in loro compagnia in un contesto domestico - familiare ma, anche e soprattutto, di incontrarsi con numerose persone ancora da identificare ed infine, ma non per importanza, di entrare ed uscire dalla loro abitazione effettuando accurati controlli visivi per ridurre il rischio di essere avvistato dalle forze dell’ordine». Lo ritiene la Procura di Palermo che ha chiesto e ottenuto l'arresto per entrambi. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del comando provinciale di Trapani e dal Ros. I coniugi, insomma, secondo l’accusa, hanno consentito al capomafia «di fruire di una assistenza prolungata e premurosa e conseguentemente di mantenere quella apparenza di vita normale che ha senza dubbio costituito uno dei pilastri della pluridecennale capacità di Messina Denaro di nascondersi e mimetizzarsi pur rimanendo attivo sul suo territorio». Grazie all’ospitalità ricevuta dalla coppia il latitante, che cenava e pranzava a casa dei Bonafede, «ha evitato di doversi recare presso supermercati o ristoranti per provvedere a tali necessità primarie». «Si deve dunque ritenere, in sintesi, - concludono gli inquirenti - che Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri erano da un lato pienamente consapevoli della reale identità del soggetto che frequentava abitualmente la loro abitazione e, dall’altro, fornendogli abitualmente ospitalità, lo hanno concretamente aiutato ad eludere le ricerche delle forze di polizia». 

Si sarebbero conosciuti molti anni fa Matteo Messina Denaro, Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri, marito e moglie arrestati oggi per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Lo ritengono i carabinieri del Ros che non credono a quanto raccontato dalla coppia. Bonafede e la moglie hanno detto agli investigatori che il boss gli fu presentato da un familiare come un medico in pensione di nome Francesco Salsi e che la frequentazione con l’uomo sarebbe stata sporadica. Dalle indagini e dal materiale sequestrato a casa della coppia è venuto fuori, invece, che i due conoscevano Messina Denaro almeno dal 2017, anno in cui il capomafia fece da padrino di cresima al figlio dei Bonafede.. Sempre dalle indagini è emerso che Messina Denaro in quell'occasione diede alla coppia 6300 euro perchè comprassero al ragazzo, per suo conto, un Rolex. La spesa è stata puntualmente appuntata in un pizzino in cui, in merito alle uscite del 2017, il boss scriveva: «6300 OROL». Il Rolex è stato recuperato a casa dei Bonafede e sequestrato. Le indagini hanno accertato che era stato comprato l’11 gennaio 2017 alla gioielleria Matranga di Palermo. La singolarità secondo gli inquirenti era che contrariamente alle regole della gioielleria, in quell'occasione non era stata compilata la scheda cliente e quindi non era possibile risalire all’acquirente.

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