Il caso
Foto d'archivio
Un soggetto con competenze manageriali, che avrà la facoltà anche di agire in deroga al codice degli appalti e la cui nomina avverrà d’intesa con le Regioni e le Province autonome interessate. Il ddl quadro in materia di ricostruzione post calamità prende forma e martedì prossimo potrebbe superare la prova al Consiglio dei ministri. Il tutto in vista del futuro decreto legge che poi nello specifico riguarderà i provvedimenti per la gestione del dopo alluvione in Emilia Romagna.
Il disegno di legge quadro in materia di ricostruzione post calamità (che riguarda ogni possibile caso) fissa i binari su cui potrà muoversi il futuro commissario per la ricostruzione nella regione ed è ormai definitivo che non si tratterà del governatore Bonaccini, il quale però incalza il governo: «Non mi permetto di dire chi deve essere, solo che facciano presto. Il mio predecessore, Vasco Errani, dopo il terremoto del 2012, è stato nominato dopo pochi giorni», ha ricordato.
Toni simili da Confindustria Emilia, che sottolinea come il «commissario teoricamente avrebbe dovuto essere già nominato, visti i tempi che sono trascorsi. Bonaccini era la persona giusta per portare avanti questa iniziativa, ma se il governo pensa che ci possa essere un altro nome è importante che sia operativo. Non possiamo aspettare tutto questo tempo». Tra i nomi papabili ci sono invece quello del Nicola dell’Acqua, attuale commissario per l’emergenza idrica, e Giuseppe Vadalà, generale di brigata della Forestale.
Il coinvolgimento dei governatori e di altre figure è comunque previsto: secondo la bozza del ddl, attraverso Dpcm potrà essere essere nominata una cabina di coordinamento che affianchi il commissario. La cabina di coordinamento è presieduta dal commissario straordinario del governo alla ricostruzione e composta dal capo del Dipartimento Casa Italia della presidenza del Consiglio, dal capo del Dipartimento della Protezione civile, dai presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate, dal sindaco metropolitano ove presente, da un rappresentante delle Province interessate designato dall’Upi, da un rappresentante dei Comuni interessati designato dall’Anci.
Il commissario straordinario del governo alla ricostruzione dovrà inoltre essere «individuato tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale» e avrà la facoltà anche di agire in deroga al codice degli appalti. Lo prevede la bozza del ddl quadro che sarà esaminato oggi dal Consiglio dei ministri. In base al testo, infatti, le ordinanze commissariali potranno andare in deroga alle disposizioni di legge, «fatto salvo il rispetto delle disposizioni penali, dei principi generali dell’ordinamento, delle disposizioni del codice delle leggi antimafia» del «Codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea».
Entro sei mesi dalla nomina, secondo la bozza, il commissario è tenuto ad adottare «un piano generale pluriennale di interventi riguardante le aree e gli edifici colpiti dall’evento calamitoso, in cui sono determinati anche il quadro complessivo dei danni e il relativo fabbisogno finanziario da sottoporre al Governo». Inoltre definirà la programmazione delle risorse finanziarie per la realizzazione degli interventi, provvede alla ricognizione e all’attuazione degli interventi di ricostruzione e di riparazione per le più urgenti necessità, d’intesa con i presidenti delle Regioni interessate, coordina gli interventi di ricostruzione e riparazione degli immobili privati e degli edifici pubblici, dei beni monumentali, delle infrastrutture e delle opere pubbliche danneggiate, anche di interesse turistico.
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