cultura
Il Comitato per il Patrimonio immateriale dell’Unesco, ha appena proclamato la pratica del canto lirico italiano a elemento del patrimonio immateriale dell’umanità. La proclamazione è avvenuta per acclamazione in occasione della riunione dei paesi membri del Comitato in Botswana.
E’ soddisfatto Luca Salsi, il baritono parmigiano che domani alla Prima della Scala interpreterà Rodrigo nel Don Carlo che inaugura la stagione lirica del teatro milanese. E non solo per l’accoglienza che lo spettacolo (e lui) hanno avuto all’anteprima riservata ai giovani domenica scorsa, con tredici minuti di applausi ma anche perché l’Unesco ha dichiarato il canto lirico italiano patrimonio dell’umanità.
«Sono contento e la dicitura italiano fa più piacere perché la lingua italiana è quella che più si addice all’opera, abbiamo sempre qualcosa in più» dice all’ANSA.
Oggi Salsi ha postato una storia su Instagram in cui visita insieme ai suoi compagni di cast Francesco Meli e Anna Netrebko la tomba di Giuseppe Verdi che si trova a Casa Verdi, la residenza per artisti anziani creata a Milano dal compositore. Un tributo anche scaramantico all’autore del Don Carlo e di tanti altri capolavori.
«Io canto nei teatri di tutto il mondo - racconta Salsi, che dopo la Scala sarà a fra l’altro a Salisburgo, Vienna e Napoli - e quando canto le opere in italiano la gente si appassiona di più. Dicono che è la lingua più bella da ascoltare». Secondo Salsi è anche la più adatta ad essere cantata visto che si basa sulle vocali.
Certo il canto lirico «non aveva bisogno di essere difeso. E' nato nel '600 con la Camerata dè Bardi» e ancora c'è ma «è bello che sia stato 'promossò e riconosciuto come un patrimonio del mondo» aggiunge facendo i «complimenti a chi ha promosso l'iniziativa».
La sua speranza è che adesso il riconoscimento Unesco faccia avvicinare nuovo pubblico alla lirica.
«Spero che servirà ad avvicinare la gente all’opera, che qualcuno che legge la notizia proverà ad ascoltarla. Per il resto non credo che cambierà nulla» conclude Salsi che oggi è stato intervistato sull'opera e sullo spettacolo del 7 dicembre anche da Radio Deejay, un altro modo di far conoscere la lirica a un pubblico nuovo.
Con il determinante contributo di Assolirica l’Unesco ha inserito «La pratica del canto lirico italiano» nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale. È un traguardo importantissimo conseguito dopo un lungo percorso avviato nel 2011 quando i cantanti lirici solisti si costituirono in un’associazione denominata Cantori Professionisti d’Italia col fine di riunire la categoria e permettere un confronto professionale su un ampio ventaglio di problematiche, a partire dalla difesa e la diffusione del valore della musica e più specificatamente del teatro d’opera quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana. Fu proprio il dialogo interno a questa comunità ad accendere quella scintilla che avrebbe portato all’elaborazione di una prima bozza di dossier per candidare l’Opera lirica italiana alla commissione Unesco. Ma è stato solo grazie all’associazione Assolirica - nata da una costola dei Cantori Professionisti d’Italia ma includente questa volta non solo i cantanti lirici solisti ma anche tutte le professionalità della lirica - se dal 2019 questo impulso si trasformò in un procedimento organizzato. Grazie ad una stretta e coordinata collaborazione tra un gruppo di lavoro ed il Servizio II - Ufficio UNESCO del Segretariato Generale del Ministero della Cultura, si giunse con il soprano Rosanna Savoia, allora presidente di Assolirica ad una lunga disamina del percorso e del Bene, in un ampio percorso di coinvolgimento degli stakeholders appartenenti a tutti gli insiemi indicati precedentemente, alcuni dei quali, (come i membri dell’Associazione Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche), avevano espresso e già iniziato a cooperare per questo obbiettivo. Anche per questa ragione l’azione condotta da Assolirica si può considerare un caso senza precedenti nel settore dello spettacolo dal vivo, soprattutto poiché ha veicolato un avvicinamento di categorie professionali talvolta definibili, dal punto di vista contrattuale, addirittura come controparti e che, in questo frangente, si sono invece trovate coese nel siglare una importante alleanza. Dichiara il baritono Roberto Abbondanza presidente di Assolirica: «Dopo la bocciatura del primo dossier presentato nel 2014 intitolato «Opera Lirica Italiana, dalle origini a un percorso Europeo», candidatura che aveva trovato grande riscontro tra gli artisti lirici, tra i lavoratori dei Teatri italiani, gli studenti e i Docenti dei Conservatori e soprattutto tra tutti gli appassionati del repertorio operistico, abbiamo capito che bisognava allargare la Comunità dei proponenti anche a quei soggetti istituzionali che producono lo spettacolo operistico e in generale la musica in Italia. Assolirica ha raccolto il testimone e ha lavorato affinché i soggetti istituzionali entrassero nella Comunità proponente e si potesse, tutti insieme, raggiungere questo straordinario riconoscimento».
Dopo un lungo e articolato lavoro, una grande eccellenza della nostra nazione ottiene un altro riconoscimento dall’Unesco entrando a far parte del patrimonio immateriale. Si tratta di una consacrazione ufficiale di quello che già sapevamo: il Canto lirico è un’eccellenza mondiale, tra quelle che meglio ci rappresentano in tutto il pianeta. È una proiezione dell’immaginario italiano per il quale stiamo lavorando su più fronti. Ringrazio il sottosegretario Gianmarco Mazzi per l’impegno che ha profuso nel concludere positivamente la candidatura. Questa bella notizia si associa alla firma dell’ipotesi dello schema di rinnovo del contratto delle Fondazioni lirico sinfoniche, che da 20 anni non veniva rinnovato». Lo ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando la proclamazione dell’iscrizione del Canto lirico italiano nella lista del patrimonio immateriale mondiale dell’Unesco.
«Una notizia che ci rende fieri e orgogliosi, e che incrementa le eccellenze patrimonio immateriale Unesco della nostra Nazione, che si conferma nell’élite dei Paesi con il maggior numero di patrimoni riconosciuti. Questi riconoscimenti contribuiscono ulteriormente a rendere le eccellenze italiane, come il canto lirico, dei fondamentali vettori di attrattività e potenziamento dei flussi turistici ed economici di qualità. Proprio per questo, il ministero del Turismo è impegnato nella valorizzazione e nella promozione della cultura italiana nel mondo. Grazie a chi ha lavorato, con passione e abnegazione, per ottenere un risultato che rafforza l’identità del marchio 'Italià a livello internazionale». Così la ministra del Turismo Daniela Santanchè, commentando la proclamazione dell’iscrizione del canto lirico italiano nella lista del patrimonio immateriale mondiale dell’Unesco.
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