POLITICA
Giù le mani dal presepe nelle scuole: è in sostanza quanto chiede una proposta di legge depositata al Senato, prima firmataria Lavinia Mennunni di FdI. Una proposta che sta suscitando forti polemiche.
Il provvedimento stabilisce che è vietato "impedire iniziative promosse da genitori, studenti o da competenti organi scolastici per proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana" come il "presepe, recite e altre manifestazioni". Obiettivo: "ricordarne il loro profondo significato di umanità e il rapporto che le lega all'identità nazionale italiana". Per i trasgressori scatterà "un procedimento disciplinare secondo le norme".
I presidi: "E' fuori luogo"
«Bisogna certamente tener presente la tradizioni del Paese ma imporle per legge è fuori luogo. Ci sarà comunque modo, nel dibattito parlamentare, di valutare bene il da fare». Così all’ANSA Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione presidi (Anp), a proposito del presepe obbligatorio a scuola, che FdI vorrebbe blindare con un provvedimento presentato da Lavinia Mennuni, senatrice di FdI e che prevede anche sanzioni per i dirigenti scolastici in caso di mancato rispetto della legge.
Cgil contraria
«Tutti si devono ricordare che viviamo in un Paese laico, la scuola è laica. Operazioni come questa che interferiscono tra l’altro con l’autonomia delle scuole, non sono accettabili. Sosterremo in tutti i modi il principio dell’autonomia scolastica e della laicità della scuola pubblica. Si rileggano la Costituzione». Così all’ANSA Gianna Fracassi, segretario generale Flc Cgil, sul disegno di legge della senatrice Lavinia Mennuni che obbligherebbe le scuole a fare un presepe a Natale e sanzionerebbe i presidi nel caso di mancata adesione.
Bergamo, la preside di un istituto "multietnico": "E' una provocazione. Non abbiamo mai avuto problemi".
«Non abbiamo mai avuto problemi: nella nostra scuola ci sono alberi di Natale, crocifissi e nessuno ci ha mai contestato nulla». A dirlo all’ANSA è Veronica Migani che dirige il Cesare Pesenti a Bergamo, istituto professionale dove sono presenti 40 etnie di studenti. «Questo ddl mi sembra una provocazione - prosegue la dirigente scolastica riferendosi alla proposta di FdI - non c'è un ambiente ostile nelle scuole scuola e la nostra è una scuola multietnica; esponiamo i nostri simboli senza aver mai ricevuto alcuna obiezione e rispettiamo il Ramadan di alcuni allievi».
I ragazzi vengono perlopiù da Nord Africa Sud America e Paesi dell’Est ma ci sono anche tanti cinesi.
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