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Lunardi: "Quando ero ministro nessuno mi segnalò criticità nel ponte Morandi"

Mion (ex ad di Edizioni, gruppo Benetton): "Seppi che il Ponte Morandi era a rischio crollo nel 2010 (otto anni prima del crollo)"

Foto d'archivio

29 Gennaio 2024, 17:32

«Durante il mio mandato da ministro non ricevetti alcuna segnalazione di criticità sul Morandi" altrimenti «si sarebbe provveduto in tempi fulminei, come fatto in altri casi». E’ quanto ha detto in aula l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi sentito come testimone nel processo per il crollo del viadotto Polcevera (14 agosto 2018, 43 vittime) citato dalla difesa di Mauro Coletta, dirigente pubblico per anni a capo della Vigilanza, prima in Anas e poi al Mit, tra i 58 imputati. Lunardi ha ricordato che quando era ministro «c'erano due grandi concessionari autostradali, Autostrade e il Gruppo Gavio. Il loro compito era di appaltare le opere, sorvegliare la rete e manutenerle».
«Durante il mio mandato - ha spiegato - abbiamo agito su un viadotto sull'autostrada Parma mare. C'era un viadotto 'specialè perché, aveva 40 anni di vita e le carreggiate si sovrapponevano. Aveva dato segnali di debolezza e creato preoccupazione per un distacco di calcestruzzo. Gavio segnalò la cosa all’ufficio periferico di Genova. Venne chiuso e io ordinai di abbatterlo e ricostruirlo con le carreggiate separate. Fu una operazione fulminea che si chiuse in due anni. Era quello che avrebbero dovuto fare anche con il Morandi. Ma nessuno segnalò alcuna criticità».

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