ROMA
I fratelli Bianchi
«Condannare i fratelli Gabriele e Marco Bianchi all’ergastolo non riconoscendo per loro le attenuanti generiche». E’ quanto sollecitato dal pg della Corte di Appello di Roma nell’ambito del secondo processo di appello a carico dei due fratelli accusati dell’omicidio volontario di Willy Monteiro Duarte ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 a Colleferro, centro in provincia della Capitale.
L’appello bis era stato disposto dalla Cassazione limitatamente al riconoscimento delle attenuanti mentre la responsabilità penale per l’omicidio è passata in giudicato. Nel primo processo di appello i due imputati erano stati condannati a 24 anni.
Nel corso della requisitoria il rappresentate dell’accusa ha affermato che la «morte di Willy è un evento indecente sia nelle modalità in cui è avvenuta sia per i motivi».
Un pestaggio «brutale durato cinquanta secondi» in cui i due fratelli Bianchi hanno avuto «un ruolo preponderante con Gabriele, esperto di Mma, che dà il via con un violento calcio al petto di Monteiro seguito subito da Marco Bianchi». I due, secondo l’accusa, non hanno avuto alcun tipo di «revisione critica» di quanto compiuto quella tragica notte. Per questa vicenda la Cassazione ha reso definitive le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e a 21 anni per Mario Pincarelli, gli altri due del branco che aggredì Willy.
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