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i nomi più quotati secondo Polymarket

Il Conclave è alle porte: via alle scommesse sul nuovo Pontefice

Parolin e Zuppi

di Sofia Piccini

23 Aprile 2025, 16:30

Dal ritorno al “made in Italy” con Zuppi e Parolin alle figure di rottura come Sarah e Burke, la corsa al papato si gioca tra continuità e cambiamento: i nomi più quotati secondo Polymarket

Se papa Francesco aveva dichiarato, nella sua prefazione al libro del cardinale Scola, che la «morte non è la fine di tutto, ma un nuovo inizio», al cordoglio per la sua scomparsa nascono le prime speculazioni su chi dovrà rappresentare, per la Chiesa e per il mondo, l’inizio di un nuovo capitolo: l’elezione del nuovo Pontefice.

I cardinali sono già giunti a Roma dalle loro sedi, in attesa del Conclave. In questi giorni stanno cominciando a conoscersi meglio, discutono e valutano: presto dovranno riunirsi per decidere la nuova Chiesa del futuro e conseguentemente, colui che la dovrà governare.

Come spesso accade, inevitabilmente, anche i mercati di previsione cominciano a muoversi, in una corsa alle scommesse su chi prenderà il posto di papa Francesco.

Un esempio ci viene dato da Polymarket, una piattaforma di blockchain che ha già tracciato una lista dei nomi più accreditati a sostituire Bergoglio, permettendo ai suoi utenti di scommettere sui futuri avvenimenti.

Pietro Parolin - Il “diplomatico centrista”

Nato a Schiavon (Vicenza), Parolin è dal 2013 Cardinale Segretario di Stato vaticano.

Dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1980, Parolin è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede, specializzandosi nell’ambito della diplomazia e gestendo complesse trattative di cooperazione internazionale, principalmente in paesi come Venezuela, Vietnam e Cina.

Il suo profilo “centrista”, che lo rende una figura di equilibrio tra progressisti e conservatori, unito alla sua grande abilità diplomatica che gli permetterebbe di dialogare con figure internazionali, lo pone in una posizione di spicco tra i possibili successori al papato. Secondo Polymarket, è tra i favoriti con una probabilità del 36-40%.

Luis Antonio Gokim Tagle - Il "ponte con l’Asia”

Nato a Manila, il cardinale Tagle è stato arcivescovo della capitale filippina di Manila (2011-2019) e presidente di Caritas International (2015-2022). Attualmente è pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione.

Incarna una figura di successione ideale per il suo rappresentare un ponte con l’Asia, continente nel quale il cristianesimo sta progressivamente prendendo sempre più piede. Il suo stile pastorale e la sua esperienza internazionale, analoga a quella di Bergoglio per la provenienza da un paese agli “estremi” del mondo, lo pongono tra i candidati più forti, con una probabilità stimata del 26-40%.

Matteo Zuppi - Il “pastore degli ultimi”

Nato Roma e cresciuto nella Comunità di Sant’Egidio, Zuppi diviene cardinale nel 2019 per mano di papa Francesco. Attualmente è arcivescovo di Bologna e presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

Oltre al ricoprire incarichi ecclesiastici, per il quali è vicario parrocchiale per 19 anni nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, Zuppi si è sempre impegnato nella promozione della pace a livello internazionale ed interreligioso, arrivando, il 4 ottobre 1992, a siglare l’accordo di pace per la fine della guerra in Mozambico, paese dell’Africa orientale dilaniato da oltre 15 anni di conflitto. In virtù di questo enorme traguardo, Bergoglio l’ha nominato inviato speciale in Ucraina e in Russia per condurre le trattative di salvataggio dei bambini ucraini deportati in Russia.

Con la sua linea di attenzione agli “ultimi”, coerente con quella portata avanti da Bergoglio, Zuppi appare incarnare la “Chiesa sul campo” di Francesco, aprendosi inoltre al riformismo del papa argentino anche per quanto riguarda il poco legame con le ingessature cerimoniali e la sua

disponibilità ad aprire discussioni su argomenti prima considerati tabù come: benedizione delle coppie omosessuali, celibato sacerdotale, messa in latino e accordo segreto con la Cina e trasformazione verso una chiesa più sinodale.

La sua probabilità di elezione secondo Polymarket è incoraggiante, in quanto stimata tra il 13 e il 15%.

Péter Erdő - Il “conservatore dell’Est”

Originario di Budapest, è creato cardinale da San Giovanni Paolo II e rappresenta il volto più tradizionale e teologicamente rigoroso della Chiesa.

La sua figura infatti si è contraddistinta per il suo rappresentare un elemento imperturbabile della Chiesa “del passato”. Egli infatti appare restio a modificare presupposti di una Chiesa che deve essere simbolo della fede che guida il singolo, capace di recuperare un’Europa che si sta allontanando dai punti saldi della dottrina cristiana.

Dal 2002 è arcivescovo di Esztergom-Budapest ed è impegnato nel ruolo di rappresentanza delle CEI europee: dal 2006 al 2016 è presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee.

Con la sopraggiunta di Bergoglio, nel 2013, è divenuto uno dei pochi porporati europei ad avere esperienza sinodale in primo piano. È stato infatti relatore della terza Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi e nel 2014 e nel 2015, dei Sinodi sulla famiglia.

Le sue posizioni conservatrici rappresentano un pro e un contro alla sua salita come futuro pontefice. Per questo, nonostante abbia ricevuto già dei voti al conclave del 2013, viene posto in una posizione di “più bassa” rispetto ad altri candidati, con un 7-11%.

Peter Turkson - Il “cardinale della giustizia”

Nato ad Nsuta, in Ghana, Turkson è un cardinale africano particolarmente attivo, sia a livello locale che internazionale, nell’ambito della giustizia sociale, dell’ambiente e dei diritti umani.

Dopo il sacerdozio Turkson ha compiuto numerosi studi religiosi, insegnando in diversi Seminari e College della Costa d’Avorio e del Ghana, oltre ad essere incaricato di cariche illustri sempre nell’ambito ghanese. È infatti stato Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Ghana dal 1997 al 2004.

In onore del suo operato umanitario ad ispirazione internazionale, nel 2009, papa Benedetto XVI lo ha nominato Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il 31 agosto 2016 invece è stato nominato Prefetto del nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Viene considerato “papabile” per il suo grande impegno di advocacy per la pace, la giustizia e i diritti umani, configurandosi in linea con l’attività di Bergoglio. Non da trascurare la sua provenienza africana, che lo renderebbe il primo papa nero della storia. La sua quotazione su Polymarket si aggira con un 5-9% a suo favore.

Robert Sarah - Il “tradizionalista africano”

Sempre sulla scia del “primo papa nero” si staglia Robert Sarah, cardinale e arcivescovo cattolico originario di Ourus, in Guinea. Attualmente Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e Arcivescovo emerito di Conakry (Guinea).

Dopo una lunga formazione nei seminari della Guinea e del Sénégal, è stato ordinato sacerdote nel 1969 e successivamente inviato a Roma, dove ha ottenuto la licenza in teologia alla Pontificia Università Gregoriana.

Tornato in patria ha ricoperto diverse nomine da parroco nelle parrocchie della Guinea, un paese piegato dalla guerra, dalla sofferenza e dal martirio di numerosi preti, morti in nome della fede. La sua feconda attività locale è stata particolarmente apprezzata da Giovanni Paolo II, che per i suoi trentaquattro anni lo ha soprannominato «il vescovo bambino», in quanto vescovo più giovane del mondo.

Nel 2001, sempre Giovanni Paolo II, lo ha nominato Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, ufficio che ha svolto fino al 7 ottobre 2010, quando Benedetto XVI lo ha designato Presidente del Pontificio Consiglio «Cor Unum».

Nonostante il consenso negli ambienti conservatori, le sue posizioni sembrano penalizzarlo per la salita al papato, anche considerando il suo rapporto complicato con il defunto Pontefice e il clima di apertura promosso da quest’ultimo. Su Polymarket è dato tra il 2 e il 3%.

Raymond Burke - Il “ratzingeriano di ferro”

Ultimo ma non per importanza è il cardinale Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta.

Originario di Richland Center negli USA, dopo la formazione seminariale si è trasferito a Roma, dove ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana fino al 1975, anno in cui è stato ordinato sacerdote.

Dopo un periodo di insegnamento negli Stati Uniti nel 1989 è stato nominato difensore del vincolo del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica da Giovanni Paolo II. Inoltre, dopo otto anni di governo pastorale nella diocesi natale di La Crosse, affidati da Papa Wojtyła, ha fondato il santuario di Madonna di Guadalupe, noto per la sua bellezza come luogo di pellegrinaggio.

Il 27 giugno 2008, Benedetto XVI lo ha insignito a guida del supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e a presidente della Suprema Corte dello Stato della Città del Vaticano.

La sua nota opposizione alle riforme di papa Francesco, in un conclave altamente politicizzato, rende la sua elezione improbabile ma non impossibile. È stato infatti rimosso da ruoli di rilievo, ma continua a esercitare un forte ascendente su parte del mondo cattolico conservatore, soprattutto in Nord America. Per questi dibattiti a riguardo Burke finisce in fondo alla classifica, ottenendo un favore di 1-2%.

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