LA STORIA
Degustare il vino al buio fa entrare in maggiore intimità ed empatia con il prodotto, in un rapporto di rispetto anche nei confronti dei produttori. Ne è convinto Luca Boccoli che, dopo un incidente in moto che a 48 anni lo ha privato della vista, ha scelto di promuovere un nuovo format di degustazione con i partecipanti bendati. «Ho preso ispirazione racconta l’imprenditore, sommelier ed esperto di vini e Champagne - dal lavoro di Hilde Soliani, profumiera a Parma e artista dell’olfatto e del gusto che collabora con importanti chef spruzzando sui piatti essenze e aromi evocativi della memoria. Nelle degustazioni classiche il 91% delle nostre sensazioni è dato dalla vista. Con questo metodo di assaggio si entra in confidenza con sensazioni spesso inesplorate, respirando il vino invece di farlo girare nel bicchiere fino ad ingoiarlo per portarlo in pancia, nel nostro secondo cervello». E' un momento anche «di intima empatia, di rilassamento, ma allo stesso tempo - dice - concentrazione che stimola le nostre memorie. Quindi si assapora un po' il passato, ma allo stesso tempo la parte olfattiva è anche il futuro, la fantasia, l'immaginazione».
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