INDAGINE
Potrebbero confluire in una maxi inchiesta le indagini sullo scandalo dei siti sessisti in cui venivano pubblicate foto di donne, senza il loro consenso, accompagnate da commenti volgari e da insulti.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per revenge porn in relazione al gruppo Facebook "Mia Moglie", dove gli utenti condividevano scatti privati senza l’autorizzazione delle dirette interessate. Un procedimento in cui potrebbe convergere anche il caso dell’altra pagina sessista Phica.eu. I pm capitolini, infatti, sono in attesa di una prima informativa della polizia Postale riguardo la piattaforma dove venivano pubblicati anche scatti di politiche, influencer e attrici. A coordinare le indagini sarà il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.
Nel caso di "Mia Moglie" la strada investigativa sembra essere più lineare trattandosi di un’unica fattispecie ossia foto di donne, scattate a loro insaputa o comunque all’oscuro della loro diffusione, che avveniva da parte dei mariti o dei compagni. Diverso il caso di Phica, dove si potrebbero configurare anche altre ipotesi di reato: dalla diffamazione fino all’estorsione per presunte richieste di denaro - segnalate da vittime - per rimuovere contenuti sensibili.
«Io penso che bisogna denunciare, per difendere tutte le donne, se non si denuncia queste cose continueranno sempre - ha sottolineato la sindaca -. La domanda che mi pongo è questa: se all’interno di questi siti finisce una ragazza con delle fragilità cosa succede? Appena ho visto le mie immagini ho avuto una sensazione di sdegno ma niente di più - ha raccontato -. Quando sei un personaggio pubblico sei abituata a ritrovarti in queste situazioni, anche se non dovrebbe essere così. Il mio pensiero è andato immediatamente a tutte le altre donne. Viene un senso di rivalsa, come per dire muoviamoci subito». Sul quarantacinquenne, amministratore di una piccola società che si occupa di campagne pubblicitarie e «organizzazione di eventi con l’ausilio di social», già in passato pare siano stati effettuati accertamenti, sempre nell’ambito della diffusione di foto di personaggi pubblici.
Nel frattempo sulla homepage del sito Phica, dove i contenuti sono stati rimossi nei giorni scorsi ma restano ancora pop up pornografici, è stato pubblicato nelle ultime ore un lungo post in cui l’admin respinge «ufficialmente le accuse di estorsione». Nel messaggio, corredato da una serie di screenshot di conversazioni, ricostruisce la vicenda iniziata a dicembre del 2023 quando un utente ha chiesto la rimozione di un contenuto fino alle polemiche con minacce di denunce. Nel testo il gestore rivendica la legalità del suo operato, distinguendo tra «lavoro» e «morale».
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