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Terrorismo

Jihadista arrestato a Torino, in carcere era chiamato Satana

Esaltava il martirio e gli attentati in Europa

Jihadista arrestato a Torino, in carcere era chiamato Satana

15 Settembre 2025, 17:24

In carcere lo chiamavano Satana, anche i suoi stessi connazionali. Da quel soprannome nasce il nome dell’operazione «Shaytan» - il Diavolo nell’Islam - che questa mattina ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare per terrorismo a carico di un tunisino di 40 anni già detenuto, per altri reati, nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino.
L’uomo è accusato di partecipazione all’organizzazione jihadista Ansar al-Sharia. Secondo l’inchiesta della Digos del capoluogo piemontese, coordinata dal pm Davide Pretti, durante la detenzione avrebbe tentato di reclutare altri detenuti, esaltando il martirio come la via più alta dell’esistenza: «Al martire, lo Shahid, Allah concede di scegliere 70 familiari da portare in paradiso». «Alzati fratello, tira fuori la spada e taglia il collo ai nemici», ripeteva per spingere alla jihad gli altri detenuti stranieri.
Già noto per furti e spaccio, il quarantenne, da dieci anni in Italia, aveva alle spalle diverse detenzioni in penitenziari italiani e in passato si era finto marocchino.
Fin da giovane, secondo gli investigatori, seguiva Ansar al-Sharia, gruppo legato ad Al Qaeda e a Osama Bin Laden. Dell’organizzazione terroristica conosceva l’ideologo e i vertici.
Ritenuto un fine conoscitore del Corano, in cella diffondeva canti nasheed - tipici della propaganda islamista - e proclami contro Stati Uniti e Israele, celebrando gli attentati compiuti in Europa e invitando a colpire «i miscredenti» direttamente a casa loro, secondo i dettami dell’ideologo Khattib Alidrisi.
Considerato dagli inquirenti un soggetto di elevata pericolosità, pronto a imbracciare le armi una volta libero e al martirio, fino a questa inchiesta della Digos torinese era rimasto sconosciuto all’antiterrorismo.

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