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Riscaldamento globale

Ghiacciai contaminati dagli inquinanti, pubblicata prima mappa

Ghiacciai contaminati dagli inquinanti, pubblicata prima mappa

23 Settembre 2025, 16:29

L’arretramento dei ghiacciai, dovuto al riscaldamento globale, aumenta l’inquinamento dei mari. A dimostrarlo è lo studio realizzato da una squadra di ricercatori dell’università Statale di Milano guidata da Marco Parolini professore del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, e pubblicato sugli Archives of Environmental Contamination and Toxicology. Un lavoro realizzato con il sostegno di One Ocean Foundation, che lo ha incluso nel progetto 'Il mare inizia quì, e di Giorgio Armani spa.
Fra il 2020 e il 2021 il team ha raccolto campioni di detriti sopraglaciali di 16 ghiacciai italiani (15 alpini e l’unico appenninico, il Calderone), che sono poi stati esaminati creando di fatto la prima mappa dello stato di contaminazione.
Quello che gli studiosi hanno trovato sono inquinanti organici e non come metalli pesanti, composti organici persistenti come ddt e pcb, in percentuali variabili a seconda del ghiacciaio. L’Ebenferner, in provincia di Sondrio, ad esempio, presenta livelli più elevati di metalli pesanti e potenzialmente tossici (Cd, Hg, Pb, Zn), probabilmente riconducibili alla presenza di attività antropiche locali. In altri, come il Preda Rossa, sempre in provincia di Sondrio, la contaminazione è attribuibile invece alle caratteristiche geologiche locali.
Con lo scioglimento dei ghiacciai però questi elementi arrivano ai corsi d’acqua e da lì, in parte, al mare. «Raccogliere campioni di detrito sopraglaciale ci ha permesso di ottenere una fotografia unica dell’attuale contaminazione - spiegato Parolini - Questo approccio non solo consente di misurare con precisione i livelli dei contaminanti, ma anche di comprendere meglio i meccanismi attraverso cui vengono trasportati, accumulati e rilasciati negli ecosistemi a valle». Per questo è, secondo Parolini, importante il monitoraggio costante.
«Con il progetto 'Il mare inizia da quì - ha concluso il segretario generale di One Ocean Foundation Jan Pachner - vogliamo mostrare in modo concreto come il ciclo dell’acqua sia un sistema unico e interconnesso: ciò che accade sulle cime delle montagne ha effetti diretti sugli ecosistemi vallivi e marini». (

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