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CATANIA

Gip, boss aveva in mente strage, 'li prendo tutti insieme'

Gip, boss aveva in mente strage, 'li prendo tutti insieme'

24 Settembre 2025, 14:48

 "Io devo acchiappare a tutti in un colpo...", vado dove giocano al calcetto, "una motocicletta e bum bum li levo". Parlava così Pietro Lucifora, boss reggente del clan Scalisi di Adrano, legato alla 'famiglia' Laudani di Catania, con la sua convivente, spiegando il suo piano di vendetta contro tutti i presunti autori della morte di suo figlio Nicolò Alfio, ucciso a coltellate durante un rissa il 20 aprile del 2025 a Froncofonte, nel Siracusano. Il passaggio è ripreso dal gip di Catania, Simona Ragazzi, nelle oltre 520 pagine dell'ordinanza eseguita dalla polizia nei confronti di 24 indagati, sottolineando che "la sua intenzione era quella di 'prenderli tutti insieme'", ossia "uccidere contestualmente" tutti i "soggetti coinvolti", tanto da "voler provocare una strage". Un progetto, secondo quanto emerso dalle indagini della squadra mobile e del commissariato di Adrano coordinate dalla Procura di Catania, pianificato in ogni dettaglio dal boss. Il gruppo di fuoco sarebbe partito da Chieti, dove abita uno zio di Lucifora, Pietro Schilirò, che gli avrebbe fornito un furgone senza Gps, per non essere tracciati, e forse anche le armi, con cui il boss e i suoi sodali avrebbero potuto "verosimilmente scendere da Chieti in Sicilia, commettere la strage e risalire a Chieti", lasciando i loro cellulari nella città abruzzese per "precostituirsi un alibi e poter dimostrare che durante le fasi dell'omicidio si trovavano in quella città, ospite dei parenti complici e consapevoli, procurandosi nuove schede per poter parlare durante le fasi dell'omicidio". Per rendere ancora più credibile l'alibi il reggente della cosca e i suoi complici "sarebbero stati pronti a dichiarare, qualora fosse necessario in un interrogatorio, che a Chieti Lucifora aveva un'amante, circostanza non veritiera", e per renderla credibile stavano iniziando a mandarsi "messaggi concordati tra i telefoni dei due falsi amanti". (ANSA).

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