NAPOLI
(ANSA) - NAPOLI, 24 SET - Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Napoli Nicoletta Campanaro ha emesso una sentenza "di non luogo a procedere" per il boss Luigi Di Martino, soprannominato "o profeta", per anni ritenuto reggente del clan Cesarano e accusato di essere l'esecutore materiale dell'omicidio di Tomasso Covito, ucciso a Santa Maria La Carità, in provincia di Napoli, il 12 novembre 2000. Ad accusarlo erano i familiari della vittima, cinque collaboratori di giustizia e le intercettazioni. Il pm, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna all'ergastolo per Di Martino che è stato difeso dagli avvocati Marcello Severino e Dario Vannetiello. Tommaso Covito venne assassinato in un agguato scattato quasi 25 anni fa inquadrato nello scontro armato tra il clan Cesarano, attivo a Castellammare di Stabia e zone limitrofe, e il gruppo rivale dei Moscarella. Secondo quanto emerse dalle indagini furono due i killer, in moto, entrati in azione mentre la vittima era alla guida di un'auto con altre due persone. Numerosi furono i colpi esplosi dai sicari tre dei quali uccisero Covito. (ANSA).
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