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L'uragano Melissa tocca terra: venti a 300 chilometri orari in Giamaica, Caraibi a rischio disastro - Foto

E' l'uragano più forte del secolo

di Patrizia Antonini (Ansa)

28 Ottobre 2025, 22:27

L’uragano Melissa, il peggiore del secolo - anche più della feroce Katrina abbattutasi sugli Stati Uniti nel 2005 - ha toccato terra in Giamaica vicino a New Hope, nel sud-ovest dell’isola caraibica, accompagnato da un rombo spaventoso, venti a 300 chilometri orari, lampi e piogge torrenziali, dopo aver già ucciso quattro persone lungo il suo percorso.
Le strade della capitale, Kingston, si sono svuotate ore prima, mentre migliaia di persone si erano già allontanate dalla costa, perché il ciclone di categoria cinque (il massimo), è stato ampiamente preceduto dalla sua fama di «catastrofe e morte» promettendo l’impatto più duro mai registrato in 174 anni di raccolta dati nel Paese, dove vivono poco meno di tre milioni di persone. Le webcam hanno restituito fin dalle prime ore del mattino le immagini di una città spettrale, di alberi caduti, e di famiglie alle prese con sacchi di sabbia e tavole di compensato, indaffarate a costruire barriere per proteggere porte e finestre.
«Siamo preoccupati. Lo scorso anno l’uragano Beryl ha devastato la nostra comunità, ed era di categoria quattro. Non sappiamo come sarà questa volta. Abbiamo fatto del nostro meglio per prepararci, ma abbiamo paura», ha confidato Rebecca Allen dalla meridionale Southfield, ai microfoni di Bbc News poche ore prima dell’arrivo di Melissa.
«E' una settimana che le autorità ci aggiornano con i bollettini. Abbiamo messo il maggior numero possibile di turisti sugli arei, ma ne restano ancora una trentina in hotel» ha spiegato Shaquille Clarke, che lavora in un albergo sulla spiaggia di Negril, nella parte occidentale dell’isola caraibica, dove le onde hanno raggiunto i quattro metri di altezza. Nell’attesa di Melissa «abbiamo spiegato ai nostri ospiti che nessuno di noi ha mai affrontato un fenomeno di questa magnitudo e abbiamo lavorato tutti come un team per mitigare le vulnerabilità della struttura».
Secondo Colin Bogle, consulente dell’organizzazione umanitaria dei Mercy Corps, la maggior parte degli abitanti - vicino a Kingston - è rimasto nelle proprie abitazioni nonostante il governo abbia ordinato l’evacuazione delle comunità a rischio alluvione. «Molti non hanno mai vissuto nulla di simile prima d’ora e il sentimento di ansia e di incertezza sono spaventosi», ha spiegato. «C'è una profonda paura di morire, di perdere i propri cari o la propria casa, di non avere più accesso ai mezzi di sussistenza, di restare feriti, di venire sfollati».
Stando alle stime di Necephor Mghendi, capo della delegazione regionale della Croce Rossa Internazionale per i Caraibi anglofoni e olandesi, almeno 1,5 milioni di persone si trova sulla traiettoria dell’uragano. «L'intera popolazione potrebbe risentirne in un modo o nell’altro». Michael Taylor, professore dell’università di Kingston è convinto che la portata estrema del ciclone sia frutto dei cambiamenti climatici, e del riscaldamento del pianeta. Un monito in più per il summit della Cop30 che si riunirà la prossima settimana in Brasile.
Le agenzie delle Nazioni Unite e decine di organizzazioni no profit hanno predisposto scorte di cibo, medicine e altri beni di prima necessità in previsione della distribuzione subito dopo il passaggio della tempesta. E mentre anche le autorità cubane si preparano all’arrivo del ciclone con l’evacuazione di oltre 600mila persone, in Giamaica si aspetta, si prega, e c'è chi evoca le parole di una canzone di Bob Marley. «Noi, la gente - dice - possiamo far funzionare le cose». «Che il mondo ricordi le parole di Bob Marley - esorta Francis - e aiuti i giamaicani a rimettersi in piedi, quando Melissa sarà passata». 

Uragano declassato a categoria 4
L’uragano Melissa, che ha investito in pieno la Giamaica, è stato declassato a categoria 4 sulla scala Saffir-Simpson, che ne conta cinque.
Lo ha reso noto il Centro nazionale statunitense degli uragani (Nhc), sottolineando che, nonostante la lieve perdita d’intensità, la situazione rimane «estremamente pericolosa».
La tempesta, che nelle prime ore della giornata aveva raggiunto la massima potenza con venti superiori ai 300 km orari, continua ora a spostarsi lentamente sopra l’isola caraibica, causando piogge torrenziali e gravi allagamenti.
Secondo le autorità locali, migliaia di persone sono state evacuate dalle zone costiere mentre l’uragano dovrebbe toccare nella notte la parte orientale di Cuba, nei pressi di Santiago, per poi dirigersi verso le Bahamas.
In entrambi i paesi sono già scattate le prime allerte di emergenza e sono stati emessi ordini di evacuazione nelle aree costiere maggiormente a rischio. 

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