Citylife
Eros Ramazzotti
«Ramazzotti mi ha distrutto casa ma ora si rifiuta di pagare i danni»: si intitola così un articolo del quotidiano La Verità che riporta il contenzioso tra Eros Ramazzotti e Paolo Rossi, revisore contabile vicino di casa del cantante nel quartiere di CityLife a Milano. L’uomo racconta di aver chiesto 200mila euro di risarcimento al cantante per i presunti danni arrecati alla sua abitazione dai lavori di ristrutturazione dell’appartamento acquistato da Ramazzotti al piano superiore. I suoi avvocati Fabio Lepri e Salvatore Pino, difensori di Rossi, parlano di «lavori letteralmente devastanti, che hanno gravemente danneggiato l’appartamento sottostante», quello del loro assistito.
Il cantante però avrebbe respinto ogni responsabilità. Il suo manager, Gaetano Puglisi, amministratore unico Radiorama, l'etichetta discografica italiana fondata nel 1994 dal cantautore, ha diramato una nota in cui sostiene che la versione dei fatti fornita dagli organi di stampa sarebbe «incompleta e fuorviante» e che «non rappresenta la situazione in cui si trovano gli immobili del dottor Rossi e di Ramazzotti che, ad oggi, è proprietario dell’unico appartamento non utilizzabile dello stabile». Puglisi sottolinea che «il procedimento avanti il Tribunale è in corso e in questo giudizio sono coinvolti, oltre al dottor Rossi e a Ramazzotti, molti altri soggetti, proprio per verificare quali siano e di chi siano le eventuali responsabilità rispetto a quanto accaduto. Secondo i nostri tecnici - afferma - il pregiudizio che il dottor Rossi può aver patito si assesta in un importo di gran lunga e sostanzialmente inferiore a quanto riportato dai titoli di stampa. Sarà naturalmente il consulente tecnico nominato dal Tribunale a verificarne l’oggettivo ammontare, con un giudizio tecnico ed equilibrato nel quale si confida». Insomma, conclude, «spiace che si provi a trarre conclusioni, che solo il giudizio in corso potrà dare, sfruttando l’eco mediatico della vicenda e continuando così a rendere più difficoltoso un dialogo al quale Ramazzotti è sempre stato disponibile nonostante la totale assenza di sue dirette responsabilità». (ANSA).
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