lettera al direttore
Gentile direttore,
sul suo giornale è stata pubblicata la notizia del presidio a favore del cessate il fuoco in Palestina di mercoledì 18 ottobre. Lo stesso è stato promosso da alcuni comitati e/o associazioni, oltre a un solo partito. Mi chiedo perché non vi sia un'adesione più ampia. Si ritiene forse che manifestare per la pace significhi giustificare il terrorismo?
Il clima di contrapposizione tra parti - sia in questo caso sia in quello della guerra in Ucraina - esacerba gli animi e alimenta un senso di ineluttabilità dei conflitti, nonché di sfiducia nel futuro.
Tra epidemie, guerre, difficoltà economiche crescenti, come possono i giovani trovare motivazioni ad azioni positive per sé e per la società in cui si trovano a vivere?
Come ex insegnante e nonna provo un disagio crescente nell'avvertire un clima di ostilità sia in piccoli contesti che in quelli nazionali e internazionali.
Ho letto che la nostra città si proporrà come Capitale europea della gioventù e spero che il progetto possa diventare un'occasione per affrontare il problema della ricomposizione dei micro e macro conflitti.
Parma, 17 ottobre
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