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LETTERE AL DIRETTORE

Non lasciate soli noi giovani

Non lasciate soli noi giovani

di Marta Bocchi

26 Novembre 2025, 14:57

Gentile direttore,
stiamo crescendo come una generazione (a tratti - e per fortuna solo a tratti) frustrata, delusa e arrabbiata. Ci hanno insegnato a darci da fare, a metterci in gioco, a dare il massimo in qualsiasi contesto.
E noi l’abbiamo fatto, ma adesso non basta più. Ci siamo laureati nelle migliori università, abbiamo messo anima e cuore in project work, laboratori e corsi extra, a cui abbiamo partecipato con interesse ed entusiasmo.
Abbiamo scavato a fondo nelle cose, ci siamo interrogati, abbiamo studiato le lingue, siamo andati in Erasmus e siamo tornati (perché se una cosa è vera, è che siamo innamorati del nostro Paese) con il cuore (e il bagaglio di conoscenze) ancora più pieni.
Con gli occhi lucidi, innamorati della Vita e desiderosi di scoprire cosa il futuro avesse in serbo per noi. Ci hanno insegnato ad entrare nel mondo del lavoro in punta di piedi, mettendoci a disposizione e dimostrando umiltà e voglia di imparare. Ci hanno detto di non rinunciare a far sentire la nostra voce, sempre con rispetto ed educazione, perché i sogni e l’entusiasmo dei vent’anni meritano di essere ascoltati. Ma adesso, nemmeno questo basta più.
Ed ecco che oggi quei sogni, quell’entusiasmo, quella luce negli occhi che abbiamo il giorno in cui fieramente indossiamo la nostra corona d’alloro in testa, orgogliosi del percorso fatto e carichi di speranza per le nuove avventure, sembrano un po’ più lontani. E se a noi spetta il compito di non perdere quella luce, a voi spetta quello di aiutarci a tenerla accesa.
Qualche giorno fa Il Sole 24 Ore raccontava che si diventa adulti sempre più tardi. Ecco, forse non è solo colpa nostra.
Tra stage, tirocini infiniti e un futuro incerto, tutto diventa un po’ più difficile. E quello che ci avevano detto potesse bastare, oggi non basta più.
Custodite il nostro entusiasmo, le nostre idee, la voglia di mettersi in gioco e di sognare che si hanno a 25 anni: un treno che passa e non torna più.
Abbiate cura della luce nei nostri occhi, del nostro entusiasmo, della nostra energia. Noi continueremo a farlo, ma non lasciateci soli. Noi siamo pronti, e voi?

Parma, 24 novembre

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