La bara con la salma di re Vittorio Emanuele III di Savoia è arrivata al Santuario di Vicoforte, dove è stata trasportata da un furgone della 'Tallone onoranze funebrì.
La bara, avvolta dalla bandiera dei Savoia, è stata benedetta sul sagrato della basilica dal rettore don Meo Bussone.
Le note del 'Silenzio fuori ordinanzà sono echeggiate dalla basilica di Vicoforte durante il rito che ha accolto la salma di re Vittorio Emanuele III. A suonarle la tromba di un caporalmaggiore degli Alpini.
«Domani, alle ore 15.00, insieme a mia moglie Marina, a mio figlio Emanuele Filiberto, a mia sorella Maria Pia ed a mio nipote Serge di Jugoslavia, mi recherò al Santuario di Vicoforte per rendere omaggio alle sepolture provvisorie dei miei nonni, il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena». Lo scrive, in una nota, Vittorio Emanuele di Savoia.
La cronaca della mattinata
La regina Elena e re Vittorio Emanuele III di Savoia riposeranno l’uno accanto all’altra nel Santuario di Vicoforte. Dopo l’arrivo, ieri, della salma della regina da Montpellier, le spoglie del sovrano hanno lasciato nella notte Alessandria d’Egitto. Da un aeroporto militare del Paese giungeranno in mattinata in Italia, probabilmente in uno scalo militare del Piemonte, per poi trovare posto in un loculo ricavato all’interno della cappella di San Bernardo, dove da ieri si trovano quelle della consorte. Ma una parte della famiglia reale non è d’accordo e, a quanto sembra, è intenzionata a dare battaglia. Oggi Gian Nicolino Narducci, segretario di Serge di Jugoslavia, ha incontrato il rettore della basilica, don Meo Bessone, e nel corso di un colloquio che alcune fonti hanno definito «concitato» ha fatto presente che «tutto si può ancora bloccare».
«Mio nonno - osserva Emanuele Filiberto ai microfoni di Tgcom24 riferendosi a Umberto II, ultimo re d’Italia - diceva che le salme resteranno in esilio finchè non torneranno al Pantheon a Roma. Dal 2002, quando è stata abrogata la norma transitoria della Costituzione sull'esilio, non c'erano più problemi nel riportarle in Italia. Ma abbiamo sempre aspettato. Ed è da sempre che vogliamo siano collocate al Pantheon». Emanuele Filiberto si è detto «felice» per il rientro della bisnonna in Italia - ringraziando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per averlo reso possibile - ma anche «sorpreso» per la segretezza dell’operazione: «Io l’ho appreso dalla stampa e dalle agenzie. Non capisco questa specie di 'vergognà di riportare in Italia questa amata regina. Lo trovo strano».
Del rientro delle salme del re e della regina si è iniziato a parlare nel 2011, anno a cui risale la richiesta dei famigliari di Casa Savoia. Istanza poi reiterata nel 2013 con la dichiarata disponibilità del vescovo di Mondovì, monsignor Luciano Pacomio. Il tutto cadrebbe nel settantesimo anniversario della morte di Vittorio Emanuele III (28 dicembre 1947) e, come ha voluto sottolineare la principessa Maria Gabriella, «nel centenario della Grande Guerra» con l’auspicio che l’iniziativa «concorra alla composizione della memoria nazionale».
Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo mesi di preparativi avvolti dalla massima segretezza, si è compiuto il primo passo con l’arrivo, dal cimitero di Montpellier, della regina Elena. La collocazione è stata accompagnata «in un contesto di riserbo e sobrietà» dalla preghiera, a cura di don Bessone, prevista per il Rito delle esequie. La cappella di San Bernardo è conosciuta anche come mausoleo del duca Carlo Emanuele I, che vi è sepolto, e che sostenne l’inizio della costruzione del santuario nel Monregalese tra il 1596 e i primi anni del '600. Ora si attende, ad ore, la traslazione del re. Poi - spiegano a Vicoforte - si «predisporrà quanto opportuno per la visita di chi vorrà sostare in ricordo o in preghiera».
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