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Tradizioni

«Il teatro rilegato»: i Ferrari, 130 anni di magia in mostra - Foto

di Raffaella Ilari

10 Dicembre 2025, 17:10

Chissà quante volte sarà stato utilizzato quell’ormai consunto stendardo rosso, ricamato a mano e lavorato con la juta, riportante la scritta: «Oggi spettacolo di Italo Ferrari con i suoi celebri burattini», che il capostipite della celebre famiglia di burattinai esponeva prima di ogni spettacolo. Ora è in bella vista, insieme ad altri materiali appartenenti a quattro intere generazioni, nella mostra «Il Teatro rilegato. Burattini e marionette tra pagine e fantasia», allestita alla legatoria «L’Artigiana» di Sergio Scaffardi in via Bixio, aperta al pubblico sino al 10 gennaio (escluso il sabato).
Un omaggio alla famiglia Ferrari e a ben 130 anni di storia ininterrotta, che in un luogo di restauro e storia come l’antica legatoria, dà il via alle iniziative in memoria di Gimmi Ferrari, in occasione del ventennale dalla morte che ricorre nel 2026.
Una sorta di esposizione antologica «nata da un’idea di Susanna Mistrali, collezionista amatoriale di vari generi, pronipote del noto pittore di strada Alfredo Mistrali», ci ha raccontato Giordano Ferrari, curatore della mostra insieme alla cugina Daniela. «Quando parlai con Sergio, il proprietario della legatoria, frequentata da vari collezionisti, e dopo aver scoperto che alcuni dei suoi clienti erano in possesso di lettere manoscritte e della carta d’identità di Italo, ho pensato fosse il luogo perfetto per creare qualcosa di storico che abbracciasse le quattro generazioni». Burattini, busti, quadri, manoscritti, scenografie, bozzetti, schizzi, libri, manifesti, documenti rarissimi della famiglia, materiali consultabili e in alcuni casi anche cedibili, compongono la mostra. Tra questi, la raccolta di cartoline con importanti autografi di grandi artisti, fatti a Salsomaggiore, da Gabriele d’Annunzio a Franca Rame, dalla cantante d’opera Toti Dal Monte al maestro Francesco Campogalliani, e a molti altri ancora. Numerosi i disegni sulle maschere italiane, eseguiti ad acquarello da Giordano Ferrari, con iconografia riportata sul retro, e non possono certo mancare loro, i burattini, dal Balanzone di Italo al Batisten Panada di Giordano (riconoscibile dalla sgrossatura del legno).
Tra i quadri d’autore, spicca quello a punta di matita, datato 2007, di Giorgio Benassi, che si definiva «pittore dei Ferrari», ma anche i dipinti di Carlo Gianini e le caricature del grande Rabaiotti (con lo schizzo fatto a mano al Ridotto del Teatro Regio dedicato all’amico Giordano, datato 31 marzo 1968) mentre Italo Ferrari, in mezzo ai due burattini Fasolino e Sandrone, appare nel ritratto attribuito al pittore dello Zar Karpocas, fuggito dalla Russia, eseguito a Salsomaggiore nel 1912. Alzando lo sguardo verso il soffitto, noteremo uno striscione con la scritta «Fantocci moderni», di proprietà dei Gambarutti, nota famiglia di marionettisti, mentre il documentario «The Puppeteers», produzione italoamericana del 2006, diretta da Lura Calder e Maurizio Rigamonti, con la voce narrante del grande attore Ernest Borgnine, propone le interviste a Bernardo Bertolucci e a Dario Fo, che con i Ferrari collaborò in vari spettacoli, e le ultime immagini girate con Gimmi. Particolarmente interessante il quaderno appartenente a Italo, una «piccola storia dei burattinai di Salsomaggiore, dal 1885 al 1930», come lui stesso scrisse a penna, in cui viene riportata la dedica lasciatagli da Ettore Petrolini, «Nel casotto dei burattini può cantare l’anima di un popolo», che ben racchiude il valore di un’arte così preziosa.

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