×
×
☰ MENU

Il test

Mazda CX-60, sorpresa diesel

Al volante del Suv con la nuova unità 3.3 sei cilindri 200 cavalli mild hybrid. Emissioni e consumi ridotti: l'evoluzione è (anche) a gasolio

Mazda, sorpresa diesel

di Aldo Tagliaferro

30 Luglio 2023, 11:49

Non si può certo dire che Mazda non osi: in un mondo dell'automotive sempre più omologato verso la divinità elettrica, la Casa giapponese ha avuto il coraggio di proporre un nuovo propulsore a gasolio, un sei cilindri di 3.3 litri destinato a incrociare grandi concorrenze e piccoli consumi.

Del resto, già con il motore rotativo Mazda aveva fatto vedere di non aver paura di intraprendere strade alternative. Oggi, in un mercato che per forza di cose non virerà in tempi stretti verso il full electric (men che meno fuori dall'Europa) arriva questa unità modernissima della famiglia e-Skyactive che abbiamo provato nella versione D 200 sull'elegante Suv CX-60.
Avrete intuito che il 200 indica il numero dei cavalli: non troppi a essere sinceri per un Suv imponente (4 metri e 74, oltre 1,8 tonnellate) ma volendo c'è anche la versione più robusta da 249 Cv. L'obiettivo, però, non è quello di andare in pista: la nuova unità sei cilindri in linea di 3.3 litri è pensata per una guida confortevole e per lunghi tragitti, ma soprattutto a livello di emissioni e consumi rappresenta una soluzione sufficientemente ecologica per questi anni di transizione. Ovvero, 128 g/km di Co2 (con questa stazza un ottimo risultato) e un'omologazione Wlpt di 5 litri per 100 km.

Saliamo a bordo della nostra CX-60 e-Skyactive D 200 Rwd 8AT Homura (sì: un po' complicata come carta d'identità...) e ritroviamo lo spazio generoso e la cura maniacale nei particolari che avevamo subito percepito al lancio del modello lo scorso anno.
Piuttosto classica l'impostazione, con al centro della plancia un display molto orizzontale che si manovra per lo più dalla manopola sul tunnel centrale. Fra Head-up display, dispositivi Adas, fari full led, non manca nulla, anche perché la versione in prova che parte da 59.270 euro di listino è arricchita da quattro pack (panoramic sunroof, comfort, driver assistance e convenience & sound) che fanno lievitare l'assegno a 66.520 euro.

La curiosità, però, è tutta per quel raffinato «sei in linea» che pulsa sotto il cofano. A dire il vero, soprattutto a freddo, non è così silenzioso, forse perché ormai ci stiamo abituando a manovrare per i primi metri nel silenzio delle batterie. Quando poi si affonda sul pedale la CX-60 si dimostra solida e reattiva, ma non sportiva. Del resto lo 0-100 in 8”4 non ostenta velleità corsaiole. La CX-60 macina chilometri in autostrada che è un piacere, fa il suo dovere anche in montagna, l'assetto è decisamente morbido. Quello che si apprezza in ogni situazione sono lo spazio e il comfort, sia davanti che dietro.

La prova del nove si fa al momento di fare il pieno: ovviamente per fare 20 con un litro occorre mettersi d'impegno, ma nella vita di tutti i giorni (quindi: con il traffico cittadino, dove il mild hybrid però fa il suo, ed esagerando ogni tanto in autostrada) fare 15/16 km è assolutamente la norma.
Insomma, per il tanto vituperato diesel, Mazda dimostra che c'è ancora vita: non è cosa da poco.

Secondo noi

CI PIACE
Design pulito ed elegante, spazio generoso a bordo e nel bagagliaio, consumi molto buoni per un Suv di queste dimensioni, finiture impeccabili

NON CI PIACE
Le prestazioni non sono brucianti e l'assetto un po' morbido: ma questa CX-60 non deve essere sportiva. A bassa andatura il motore è un po' rumoroso.

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI