Il test
Rieccola, la R5 è tornata. E finalmente - dopo l’unveiling a febbraio a Ginevra - l’abbiamo guidata. Renault gioca la carta di un’icona delle quattro ruote nata in un momento difficile sullo scacchiere mondiale (1972, in piena crisi petrolifera) per affrontare una sfida oggi ben più complicata perché, non bastasse il contesto geopolitico, l’auto elettrica non ha ancora risolto i suoi nodi “strutturali”: costi, autonomia, tempi di ricarica, nonostante i miglioramenti continui.
Ma Renault 5 gioca la carta in più che potrebbe scardinare molte resistenze: fa rivivere un modello che ha motorizzato generazioni, ha un design splendido che senza tradire l’originale ci proietta nella mobilità moderna, sostenibile e digitale. Ecco, all’elettrico manca ancora una best seller in grado di bypassare i timori dell’alimentazione. Sarà Renault 5 a risolvere il dilemma? Può essere, perché rispetto alle uniche altre icone con la spina comparabili (500 e Mini) costa meno, ha più autonomia, più personalità, più spazio.
E va anche molto bene grazie a un mix di ingredienti ben studiato: baricentro basso (le batterie sono alte appena 14 cm), ruote con generosi cerchi da 18” di serie spinte veramente agli spigoli, altro che Issigonis!, sterzo preciso, un peso non piuma ma contenuto per un’elettrica (1449 kg) e un’aerodinamica studiata anche nei dettagli estetici. Il risultato è un’auto molto divertente nel misto, reattiva al semaforo, agile in città, almeno nella versione 150 Cv che abbiamo testato, una Iconic giallissima con 410 km di autonomia e batteria da 150 kW. Ancora qualche giorno e arriverà anche la 120 Cv mentre a inizio 2025 si scenderà a 95 Cv con la urban range che sfonderà però anche un altro muro: costerà meno di 25mila euro. Al momento la gamma parte dai 27.900 euro della 120 Evolution per spingersi fino ai 34.900 della Iconic 150 Cv. In mezzo anche l’allestimento Techno e la versione da poco più di 300 km di autonomia.
In 3 metri e 92 Renault 5 ospita bene 4 adulti e ha un buonissimo bagagliaio (326 litri), è pensata per un uso prevalentemente cittadino ma se la cava egregiamente anche in autostrada. Oggi si rivolge a chi è pronto per l’avventura elettrica, ma il dubbio - restando in casa Renault - che possa tentare anche il cliente di Clio full Hybrid potrebbe anche venire perché il delta prezzo non è scandaloso. Sarà poi Twingo, attesa nel 2026 sulla stessa base di R5 e R4, a spingere i volumi dell’elettrico.
A bordo trionfa la grande plancia digitale che nasconde Reno, l’avatar laureato all’Università di ChatGpt che risponderà a qualsiasi vostra domanda, compresa la ricetta degli anolini, peccato che ci abbia inserito anche la mortadella… La strumentazione ovviamente cambia veste anche in funzione delle modalità di guida selezionate dal collaudato Multisense di Renault: eco, comfort, sport, personal. Diversi Adas vegliano su di noi, alcuni ereditati da segmenti superiori come la frenata d’emergenza in retromarcia.
R5 ha tanta sostanza ma ama anche perdersi in dettagli sfiziosi, come il porta baguette che l’Ad di Renault Luca De Meo ha voluto negli optional di un’auto che rivendica la sua identità francese fin dalle fabbriche dove nasce, tutte nel Nord del paese. Un cameo che però finisce per essere anche utile è l’indicatore della carica della batteria che forma il numero 5 sul cofano proprio dove un tempo la 5 Turbo aveva la presa d’aria.
Capitolo ricarica: in alternata gli 11 kW non sembrano entusiasmanti se pensiamo che la “vecchia” Zoe caricava a 22. Ma R5 si rifa nella corrente continua, a 80 e 100 kW. Il cavo è di serie fin dalla Evolution.
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