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IL TEST

Opel Frontera, B-Suv tutta sostanza (anche per 7)

Al volante della versione mild hybrid. La gamma parte da 24.900 euro (elettrica da 29.900

Opel Frontera, B-Suv tutta sostanza (anche per 7)

di Aldo Tagliaferro

14 Aprile 2025, 12:04

D’accordo, la Germania non sarà più la locomotiva di un tempo ma l’industria tedesca ha ancora un valore. E l’unico brand tedesco nella galassia Stellantis - Opel - sui suoi tratti distintivi «tedeschi» punta anche per il nuovo B-Suv, Frontera: design pulito, sterzo preciso, reazioni prevedibili, sedute ergonomiche. E pazienza se viene assemblato in Slovacchia…

Opel ha elettrificato tutta la gamma - un record - e con Frontera completa la famiglia di B e C Suv: si parte con Mokka (4.15) per arrivare a Grandland (4.65) e in mezzo c’è proprio Frontera, 4 metri e 38 di lunghezza per un nome che ci riporta al fuoristrada anni Novanta.

Pochi fronzoli, qui è tutto sostanza «tedesca»: tantissimo spazio pur in dimensioni compatte, equipaggiamenti corretti, prezzo accessibile. Togliamoci subito la curiosità: 24.900 euro Frontera ibrido, 29.900 quello elettrico. Prezzi molto competitivi. Aggiungendo 900 euro poi i posti diventano 7: nessun altro in queste dimensioni ci riesce. E sempre in tema di spazio il bagagliaio ben sfruttabile di 460 litri si trasforma in configurazione 2 posti in van da 1600 litri. Ultima annotazione: le portiere si aprono quasi a 90 gradi facilitando l’accesso.

Il design segue i dettami Opel degli ultimi anni, «pure and bold», e il biglietto da visita è il Vizor, la fascia nera frontale ai cui lati si innestano i fari con la grafica a blocchi per le luci diurne. Se il muso è d’impatto, le fiancate ci restituiscono un’immagine a metà tra il multi van e la wagon per via sia del tetto bicolore sia di un passo molto generoso (2.67). Il nome Frontera campeggia nel posteriore dove i fari allungati danno idea di solidità. Complessivamente la personalità c’è, ma diciamo che non buca lo schermo.

A bordo plancia tutta digitale e parecchie plastiche un po’ cheap, ma le sedute Intelli-Seat sono ottime come da tradizione: appena rigide al primo impatto ma poi la schiena ringrazia (un po’ come accade con i materassi ortopedici). E dietro sono anche rialzate. Nell’abitacolo ci sono vani per 23 litri e un paio di soluzioni furbe, come gli elastici per «fermare» il tablet davanti al selezionatore del cambio e le tasche nei sedili per il cellulare di chi siede dietro.

Abbiamo guidato la versione che andrà per la maggiore, ibrida 48 Volt, perché l’Italia resta timida sull’elettrico. La soluzione è quella che Stellantis sta adottando in massa: motore 1.2 benzina 3 cilindri (100 o 145 Cv), motore elettrico da 21 kWh, batteria da 0,898 kWh netti e cambio automatico Dct doppia frizione a 6 rapporti. Il sistema è estremamente efficiente e consente di guidare in elettrico per oltre metà del tempo nel traffico cittadino. Complessivamente i consumi sono omologati per 5,2 litri per 100 km e le emissioni di Co2 si fermano a 118 g/km. Il sistema fa tutto da solo e gestisce bene i due motori, fino a 135 km/h l’unità a benzina si può spegnere (lo capite dall’indicazione dei km in blu); l’erogazione è progressiva e il «frullo» del tre cilindri non è fastidioso.

Sia in tangenziale che nelle vie del centro Frontera è un compagno di viaggio comodo e affidabile. C’è anche parecchia elettronica: da Android e CarPlay wireless fino agli Adas che contano davvero, riconoscimento dei segnali stradali, sensore dell’angolo cieco, cruise control, mantenimento di corsia, allerta stanchezza. 

CI PIACE
Tanto spazio a bordo, bel bagagliaio, tanta praticità (inclusi i 7 posti opzionali). Buona la visibilità, efficiente il sistema ibrido super collaudato di Stellantis, sterzo molto preciso

NON CI PIACE
Escluso il frontale, molto azzeccato, il design nel complesso non incide come fa invece sulle ultime Opel. A bordo molte delle plastiche sono ampiamente migliorabili

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