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«Face value»: Phil Collins balla da solo 

«Face value»: Phil Collins balla da solo 

di Michele Ceparano

13 Agosto 2021, 05:06

Phil Collins balla da solo. Quarant'anni fa, con «Face value», iniziava la sua fortunata carriera solista del frontman e batterista dei Genesis. Un «cambio di pelle» ultra-pop che non piacque ai fan di un periodo irripetibile per la band quale fu quello degli anni Settanta. Il prog ormai è considerato, sbagliando, roba da antiquariato e viene sostituito dalla musica commerciale. Musica d'alto livello, ma sempre commerciale. Una svolta iniziata già da qualche anno che porta, però, a Collins e ai Genesis un grande successo. Stadi pieni e dischi che vanno a ruba. Se si pensa, però, che solo cinque anni primi la band aveva pubblicato «A trick of the tale» - forse non al livello di quasi tutta la produzione dell'epoca di Peter Gabriel, ma certamente un grande album - tra gli amanti del prog può subentrare una certa malinconia.

Comunque, «Face value» vola grazie a «In the air tonight», un brano in realtà molto bello che ebbe un successone e che contribuì a far divenire il leader dei Genesis una popstar. Uscito anche come singolo e, a quei tempi, gettonatissimo nei juke-box (come ben ricorda chi scrive), «In the air tonight», brano dalle atmosfere cupe ispirato dal divorzio dell'artista dalla prima moglie, resta indimenticabile anche per il contributo della batteria, alla quale il musicista inglese furoreggia da par suo.

Per realizzare questo pezzo, specie in materia di percussioni, Collins trovò l'ispirazione grazie al suo vecchio compagno di strada - e amico - Peter Gabriel e, specialmente, nel terzo album registrato dall'ex leader dei Genesis.L'amore, quello deluso e disperato, trova spazio in «Face value» anche in brani come «You know what I mean» e «If leaving me is easy». Sempre l'amore - ma non più quello «cortese cavalleresco» di «Time table» (dall'album «Foxtrot» (1972) - è al centro dei suoi pezzi, come testimonia il brano jazzato «This must be love».

Altri momenti sicuramente interessanti sono costituiti da «I'm not moving» e dai due pezzi strumentali, «Droned» e «Hand in hand». Ma c'è anche un omaggio ai Beatles con «Tomorrow never knows», con tanto di traccia fantasma di «Over the rainbow», celebre canzone eseguita da Judy Garland nel film «Il mago di Oz» del 1939. E c'è, però, anche un omaggio ai Genesis, di cui Collins fa ancora parte, nella riarrangiata «Behind the lines», dall'album «Duke», uscito l'anno prima, in cui la band inglese provava ancora a «dire» qualcosa di prog. «Behind the lines» è anche il titolo di un libro scritto da Giovanni De Liso, strumento utilissimo per saperne (e capirne) di più su un gruppo leggendario come quello dei Genesis.

 Phil Collins «In the air tonight» da YouTube

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