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Roberto Vecchioni, cinquant'anni di “Parabola”

Roberto Vecchioni, cinquant'anni  di  “Parabola”

06 Agosto 2021, 05:14

di Michele Ceparano

Cinquant'anni fa Roberto Vecchioni, “mostro sacro” della canzone d'autore italiana, pubblica il suo primo album. Già apprezzatissimo paroliere , il professore milanese, ultimamente salito alla ribalta della cronaca anche per alcune interviste controcorrente come quella concessa a “Libero”, esordisce con un disco in cui sono già ben riconoscibili e definite la sua poetica e la grande capacità di scrittura. Non sono, invece, ancora centrali gli arrangiamenti (va ricordato che il disco venne registrato in tre giorni), ma il cantautore migliorerà sensibilmente di lì a qualche anno con lavori come “Ipertensione” ed “Elisir” fino ad arrivare ad album intramontabili come “Samarcanda” e “Calabuig”, impeccabili anche sotto il profilo stilistico.

“Parabola” è, comunque, l'album di “Luci a San Siro”, brano che ha un posto d'onore nella storia della canzone d'autore, e non solo, italiana.  Pezzo monstre, “Luci a San Siro” non è, comunque, l'unica perla di “Parabola”. Vecchioni regala, infatti,  al pubblico e alla canzone italiana molto di più.

La canzone “Luci a San Siro” brilla, però, di luce propria. In bilico tra l'accusa al mondo discografico (“Scrivi Vecchioni/ scrivi canzoni/ che più ne scrivi/ più sei bravo e fai danè”) che pretende da lui le “canzonette” e il ricordo dell'amore e della giovinezza anteposti da lui stesso al suo desiderio di scrivere le canzoni. San Siro poi non è un luogo a caso. Il professore è, infatti, tifosissimo dell'Inter e qualcuno ci ha visto anche un omaggio allo stadio milanese, soprannominato la “Scala del calcio”, e alla sua passione per i colori nerazzurri.

Tra le tante altre “perle” la malinconica e orecchiabilissima allo stesso tempo “Povero ragazzo”, tradito dalla propria  donna con il suo migliore amico, e la biblica “Parabola”. La title track è, infatti, la storia di due fratelli, Poeta e Ragioniere, figli di un padre-padrone, creatore di tutto e infallibile, che nega al primo l'amore della sua vita (“per il mondo ch'è mio ti maledico/avrai vent'anni tutta la vita/ma non potrai che amare Margherita”). Struggente poesia in musica. Le peripezie di Poeta vengono narrate anche nell'ironica “Io non devo andare in via Ferrante Aporti”, zona stazione centrale di Milano. “Ferrante Aporti”, come istituto penale per i minorenni di Torino, verrà citato anche da Lucio Dalla in “Mela da scarto”, pezzo dell'album del '75 “Anidride solforosa”, scritto insieme a Roberto Roversi. In “Parabola” regalano, infine,  emozioni anche la struggente “Lui se n'è andato” che introduce il tema del suicidio, come altri due pezzi molto riusciti: “Cambio gioco” e “Per la cruna dell'ago”. Ma tutto l'album merita di essere ascoltato e approfondito, importante scintilla di una carriera inimitabile. 


Vecchioni... Luci a San Siro - YouTube

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