Non sono mai stato in America e probabilmente mai ci andrò. Preferisco spostamenti brevi che preservino una tollerabile monotonia.
D'estate passo le vacanze in Liguria, in un piccolo borgo che si riempie di turisti, meglio fine agosto, i primi giorni di settembre.
Ho ereditato una casa a Tellaro, la noia non mi disturba, anzi mi protegge da possibili fallimenti.
Ho fatto finta di lavorare per alcuni anni, poi ho iniziato a erodere lentamente il patrimonio di famiglia, dalle mie previsioni avrei raggiunto la vecchiaia con una certa tranquillità, ma senza pretendere nulla di eccezionale. La noia consiste anche in questo, galleggiare senza immergersi completamente. E io ci sguazzo benissimo in queste acque basse che non riservano troppe sorprese.
A fine agosto un ragazzo di 17 anni, in Wisconsis, ha imbracciato un fucile Ar – 15 e ucciso due manifestanti. È un sostenitore del suprematismo bianco, ha ucciso due uomini sparandogli contro, credendo di proteggere un territorio, sputando quanto odio poteva.
Da almeno due anni ho iniziato a soffrire di calvizie, non direi precoce, intorno ai quaranta è tutto nella norma.
Mi infastidisce, cerco di arruffare i capelli per coprire la lacuna, non un vero riporto, ma qualcosa che possa confondere le idee.
Stavo guardando il mare, era mattina presto, il bar era quasi vuoto seppur fosse agosto.
Conosco il barista, ci vado da anni in quel bar, a pochi passi da casa. Ma le mie conoscenze, salvo rare eccezioni, sono statiche, sembrano non progredire mai, restare in quella fase iniziale che dovrebbe presupporre un cambiamento repentino.
E invece no, un meccanismo rotto che mi preserva da qualsiasi tipo di trauma. Non sarei mai andato in Wisconsis e credo non avrei mai visto un ragazzo di 17 anni impugnare un fucile e sparare ad un altro uomo. Faccio il bagno verso sera, vicino a piccole imbarcazioni ormeggiate. Aspetto che il sole cali e sia meno violento. Indosso sempre una camicia per andare al mare, una stoffa leggera, di colore chiaro.
Al pomeriggio mi rilasso a casa, con le finestre aperte per fare corrente. Mi stavo immergendo in acqua, una coppia di anziani sugli scogli, lui con un libro in mano, dei ragazzi che si tuffavano. Pensavo a come poteva essere un fucile Ar – 15, se mai sarei stato in grado di usarlo. Non avevo mai capito se la mia indifferenza poteva adattarsi ad un’arma da fuoco, se la noia poteva comprendere anche uno sparo, qualcuno che dall’altra parte perde la vita. Mi bastavano sei o sette bracciate per girarmi verso le barche attraccate e vedere la mia casa, aggrappata ad altre abitazioni, con le finestre semichiuse, perché girasse un po’ d’aria. Avrei voluto fare il bagno con quel ragazzo, io e lui soli in mare, avrei voluto fosse una delle mie eccezioni, avrei voluto sapere di sua madre, di suo padre, del sesso fatto o solo immaginato, come passa le giornate, in quale stanza della casa si rifugia dai genitori. Il suo odio, il suo schifo, tutto.
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