False dichiarazioni fiscali per non versare i debiti con l’erario, grazie a società intestate a prestanome che utilizzavano costantemente crediti inesistenti Iva e Irap. E’ il meccanismo scoperto dalla Guardia di Finanza che ha eseguito, nelle province di Bologna, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Taranto e Sassari, su disposizione del Gip di Modena Paola Losavio, un sequestro preventivo di disponibilità bancarie, beni mobili e immobili per quasi 27 milioni, pari al profitto degli illeciti penali, nei confronti di 10 società e 22 persone denunciate, a vario titolo, per infedele dichiarazione, omessa dichiarazione, occultamento di scritture contabili e indebita compensazione di crediti d’imposta inesistenti.
Le indagini dell’operazione sono state seguite dal nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna e dalla Tenenza di Vignola, coordinate dalla Procura di Modena.
Dagli accertamenti è emersa la compensazione di imposte e contributi del 2016 con Iva a credito dell’anno d’imposta precedente, in assenza della dichiarazione che ne attestasse la creazione o senza dichiarazioni che certificavano la presenza di un credito Iva, la presentazione di comunicazioni dei dati IVA riportante, al contrario, un’imposta a debito.
Un ruolo attivo sarebbe stato rivestito da due fratelli, professionisti di origine modenese, ritenuti i principali artefici e ideatori della frode e già coinvolti in un’indagine in passato.
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