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Esonda il Sillaro in Romagna
Stanno risalendo nel Modenese i livelli di fiumi e corsi d’acqua a causa delle precipitazioni in corso dopo il transito della piena e per questo è confermato il monitoraggio notturno del nodo idraulico. A farlo sapere è il comune di Modena in una nota in cui si precisa anche che qualora si raggiunga nella notte soglia 2, in serata o nella notte, si prevede la chiusura di Ponte Alto sul Secchia a Modena e ponte dell’Uccellino tra Modena e Soliera. Rimane chiuso invece il ponte di via Curtatona sul torrente Tiepido. Sempre nel Modenese ha invece riaperto nel pomeriggio, intorno alle 14.30, il ponte Pioppa sulla strada provinciale 11, sempre sul fiume Secchia. Restano ancora chiusi, fa sapere la Provincia, il ponte di Concordia e ponte Motta a Cavezzo, entrambi nella Bassa modenese. Nel territorio di Serramazzoni, sull'Appennino modenese, infine, ha riaperto al traffico la via via Giardini in località La Fontanina, dopo l’intervento di ripristino e messa in sicurezza dei tecnici della provincia di Modena a seguito di una frana.
Sono quasi 3.000 gli uomini impiegati (2.856 tra Vigili del fuoco, Forze dell’ordine, Croce Rossa e personale e tecnici delle infrastrutture viarie e ferroviarie, delle aziende di distribuzione di gas ed elettricità e telefoniche) e 1.125 i volontari della Protezione Civile che sono al lavoro in Emilia-Romagna, nelle zone colpite dall’alluvione, per prestare soccorso alla popolazione e compiere interventi urgenti di ripristino del territorio piegato dalle esondazioni e dalle frane.
A fornire le cifre è la Regione Emilia-Romagna, secondo la quale degli oltre 1.100 volontari, 374 appartengono alle colonne mobili regionali di Trento e del Veneto, 54 dal Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Alto Adige, Lombardia, Lazio, Toscana e Umbria. A queste si aggiungono i 612 volontari dell’Emilia-Romagna e i 139 appartenenti alle organizzazioni nazionali di volontariato.
Nelle prossime ore, conclude la Regione, si uniranno colonne mobili provenienti da altre Regioni per arrivare a più di 1.500 volontari.
Oltre 500 strade chiuse in Emilia Romagna. Ci sono innanzitutto i morti e gli sfollati, certo. Ma anche il dato sulla viabilità interrotta dà il senso della dimensione del disastro determinato dalle inondazioni che hanno devastato la regione. Paesi e frazioni continuano ad essere isolati proprio per la difficoltà dei mezzi dei soccorritori di raggiungere le località colpite. Tanto che Viabilità Italia - il tavolo di coordinamento attivo presso la Polizia stradale - consiglia agli automobilisti di non mettersi in viaggio nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna, proprio per lasciare libera la circolazione ai veicoli impegnati nel soccorso e nel ripristino. E con il rischio di frane che segue quello delle esondazioni,la situazione è destinata a rimanere critica ancora per diversi giorni.
Una ventina di fiumi sono esondati e centinaia di canali minori di bonifica nelle campagne: significa che l’acqua e il fango hanno travolto tutte le arterie di comunicazione nel raggio di un centinaio di chilometri. Ripercussioni si sono avute sulle autostrade con uno scambio di carreggiata per dieci km sulla A14 ed allagamenti sulla D14. Rallentamenti per allagamenti anche nella sottostante SS16.
E per dare respiro alla mobilità, la Città metropolitana di Bologna ha ottenuto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da Autostrade per l’Italia l’autorizzazione a riaprire un vecchio tratto di autostrada per aggirare le frane. Si tratta della SP325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, che per il suo tratto iniziale da Sasso Marconi a Lagaro corre parallela all’A1 Bologna-Firenze e alla Variante di Valico, che ha subito frane che ne hanno completamente interrotto la transitabilità al km 7. I lavori di ripristino saranno lunghi. A fianco del tratto inagibile corre in doppia carreggiata il vecchio tracciato della A1, dismesso da molti anni, ma apparentemente transitabile. Si sta quindi lavorando per rendere possibile un utilizzo urgente e temporaneo per la viabilità provinciale di una delle due carreggiate di questo tratto.
E se alcune strade potranno essere nuovamente percorribili dopo il lavoro dei tecnici che è già iniziato laddove il maltempo ha dato una tregua, per altre arterie si tratterà si rifarle ex novo perchè sono andate completamente distrutte. Tempi lunghi, dunque, per il ritorno alla normalità.
Precipitazioni diffuse sono previste per domani sull'Emilia-Romagna ed è stata confermata l'allerta rossa sull'area che va da Bologna a Rimini.
Piogge più intense, anche in forma di rovescio, sono previste sulle aree appenniniche. Si prevedono nuovi incrementi dei livelli idrometrici sul tratto montano di tutti i corsi d’acqua della regione, che determineranno poi innalzamenti nei tratti a valle, con occupazione delle zone golenali e interessamento degli argini. Rimane altissima l’attenzione sulle frane.
Sale a oltre 15.000 il numero delle persone che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione in Emilia-Romagna. Gli interventi di assistenza alla popolazione, spiega la Regione, proseguono 24 ore su 24: sono 8.000 quelli che hanno già trovato accoglienza in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative (seconde case, amici e parenti).
Il sistema sanitario delle zone colpite dall’alluvione sta tornando alla normalità.
Per quanto riguarda la Romagna, all’ospedale di Forlì è stata totalmente ripristinata l’energia elettrica e anche le sale operatorie sono pienamente operative. Sono stati rinviati 30 interventi chirurgici, ma sono garantite tutte le urgenze. L’unica criticità riscontrata è la difficoltà dei dipendenti che abitano nelle zone colpite da allagamento o frane a raggiungere il posto di lavoro. Non si registra nessun particolare contraccolpo anche sull’attività specialistica. È stata completata l’evacuazione della clinica privata Villa Maria Cecilia di Cotignola (Ra): tutti i circa cento pazienti ricoverati sono stati ricollocati in gran parte nella rete delle loro strutture, gli altri in ospedali del servizio sanitario regionale. Per quanto riguarda i pazienti ospitati nelle strutture residenziali del lughese e ravennate sono già stati tutti ricollocati in altre strutture posizionate fuori dalle zone interessate dal maltempo. È tornata alla normalità in tutta la Romagna anche l’attività chirurgica, tranne per l’ambito della provincia di Ravenna, con disdette limitate solo ai casi non urgenti. Nel dettaglio, 40 interventi rinviati a Forlì, 4 a Ravenna, 8 a Lugo e 16 a Faenza. Per l’ambito provinciale di Ravenna, su cui persiste forte criticità idrogeologica e importanti problemi di viabilità, fino a mercoledì 24 maggio compreso, saranno garantite le attività chirurgiche in urgenza ed emergenza. Per quanto riguarda la specialistica ambulatoriale e le attività di prelievi, saranno garantite solo quelle urgenti e legate al percorso di Fast Track: le persone saranno contattate e avvisate del rinvio tramite SMS a cura del servizio CUP Aziendale. I nuovi pazienti che devono essere sottoposti a un intervento di cardiochirurgia sono stati dirottati direttamente al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Da oggi è attivato in tutti i centri di accoglienza degli sfollati il servizio di assistenza psicologica, che nei prossimi giorni sarà esteso a tutta la popolazione. La rete di emergenza-urgenza non ha registrato particolari criticità. A supporto del servizio sono arrivate dalle altre aziende sanitarie altre 20 automediche. Ancora chiuso il punto di primo intervento di Cervia, così come quello di Lugo: in questo caso il servizio di pronto soccorso è stato reindirizzato su Ravenna. E’ operativa anche la collaborazione con i medici di base, che prestano la loro attività nei centri di accoglienza, così come con i medici di continuità assistenziale. L'attività dell'Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori "Dino Amadori" (IRCSS) di Meldola da lunedì torna a regime, fatta eccezione per le prestazioni di diagnostica con risonanza magnetica e trattamenti radioterapici, entrambe confermate solo a seguito di telefonata dell’operatore. Si segnalano danni al cantiere della nuova farmacia, pertanto i tempi di realizzazione slitteranno inevitabilmente in avanti. Nel territorio dell’Ausl di Imola sono tornate alla normalità l’attività chirurgica e le visite specialistiche, ma 1.500 visite sono state riprogrammate entro le prossime due-quattro settimane. Alle 120 persone alloggiate temporaneamente nei centri di accoglienza viene garantito anche il supporto psicologico. Nell’imolese si è risentito del blocco dell’attività di Villa Maria Cecilia, in particolare per l’emodinamica, ma già dalla notte scorsa le emergenze, ad esempio le angioplastiche, vengono dirottate sull’ospedale Sant’Orsola di Bologna. L’attività sanitaria a Bologna è garantita normalmente. Per quanto riguarda le prestazioni sanitarie rimandate, ammontano 1500 le visite specialistiche non effettuate. Alcuni cittadini autonomamente hanno riprogrammato la visita, altri l’hanno concordata con i clinici. 140 persone che avevano prenotato non si sono presentate e verranno ricontattate, mentre altre 400 saranno ricontattati per rimodulare la data. L’ospedale di Loiano rimane accessibile con qualche difficoltà logistica, ma la funzionalità è assicurata. Al centro di accoglienza realizzato a Molinella, è garantito anche il supporto psicologico.Il servizio 118 non è mai stato interrotto, mentre in Appennino è stata rinforzata la rete dei mezzi di soccorso. Anche l’elicottero con verricello che fa base a Bologna al Maggiore non ha subito problemi di operatività. All’IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli si lavorerà intensamente per recuperare la quota di interventi chirurgici rimandata a causa del temporaneo stop dell’attività della clinica Villalba, che però da lunedì tornerà al regime normale di funzionamento.
Pronte le spiagge della Romagna, salvataggi dal 2 giugno
Attivi già nelle scorse settimane, con i ponti e i primi week-end della stagione ormai alle porte, gli stabilimenti balneari della Romagna continuano ad essere pienamente operativi con la costa pronta ad accogliere i turisti. Verrà però posticipato al 2 giugno l’avvio del servizio di salvataggio per i bagnanti così da ripristinare le attrezzature legate al servizio alla luce del maltempo che ha colpito, nelle scorse ore, l’Emilia-Romagna.
La decisione è stata presa all’unanimità, nel corso di un incontro promosso dall’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsi, con i rappresentanti dei Comuni della costa e della Capitaneria di Porto, le associazioni di categoria e cooperative balnearie e le organizzazioni sindacali. Nonostante il posticipo dell’avvio dell’attività di una settimana, i marinai di salvataggio prenderanno servizio da sabato 27, come previsto dall’ordinanza balneare, anche se l’attività di sorveglianza vera e propria partirà il 2 giugno.
Stabilito, inoltre, che, solo per quest’anno, i Comuni il cui territorio è stato interessato dai gravi eventi meteorologici e che abbiano subito particolari fenomeni erosivi potranno, con propria ordinanza, prevedere una distanza minima tra gli ombrelloni di 9 metri anziché i 10 attualmente previsti dall’ordinanza vigente.
Bonaccini, 'il turismo in Romagna non si ferma'
«Ho parlato con la ministra Santanché e c'è un piano di lavoro e di promozione della costa romagnola che sarà pronta ad accogliere i turisti. Non si fermerà nulla e tanta gente dovrà venire per dare una mano alla nostra economia». Sono le parole di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, durante il punto stampa a Bologna sull'emergenza.
«Anche la costa in parte è ferita, ma conosco gli operatori turistici della riviera, quella è gente tosta che non si arrende mai - ha aggiunto - hanno insegnato a tutti l’ospitalità e la capacità di dare servizi a tutte le età. Mi aspetto ondata di solidarietà anche dal turismo».
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