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Gli alluvionati protestano davanti alla sede della Regione Emilia Romagna: "vergognosa incuria territorio"

Discussione tra alcuni manifestanti e un dirigente dell’ente

Alluvionati davanti Regione E-R, "vergognosa incuria territorio"

17 Ottobre 2024, 12:28

«Il cambiamento climatico è una delle sfide essenziali del nostro tempo, ma il nostro territorio è stato lasciato in uno stato di vergognosa incuria e mancanza di manutenzione». L’accusa arriva da Roberto Carlini, del comitato Proteggiamo Conselice, una delle associazioni di agricoltori e alluvionati che stamattina si sono state date appuntamento a Bologna davanti alla Regione Emilia-Romagna. Nel parcheggio davanti al piazzale ci sono 250-300 persone: «Vogliamo ringraziarvi, perché venite da tutta Italia», sottolinea Carlini, che poi chiede un minuto di silenzio «in memoria delle vittime dell’alluvione, un gesto tralasciato da istituzioni in tutti i tavoli di discussione».
Massimo Tarozzi, da Sant'Agata sul Santerno, attacca: «A 'dai burdel', 'Romagna tin botà, io voglio aggiungere 'a sem rot i maron'. Volevano farci vedere che quello di maggio 2023 fosse un evento eccezionale e invece è successo di nuovo, non dopo 500 anni ma dopo 500 giorni».
I rappresentanti che si alternano sul palco vengono per lo più dalla Romagna, ma anche dalle Marche (uno dei quali spiega che «noi abbiamo annientato gli ambientalisti") e dal Bolognese. È il caso di Claudio Pasini, del comitato val di Zena: «Alla politica chiediamo: piantatela di scaricarvi responsabilità tra di voi, fate un’intesa, trovate un patto istituzionale», l'appello. L’accusa verso la Regione è quella di non aver lavorato sulla manutenzione del territorio. Tuttavia, avverte Pasini, «le catene di responsabilità non finiscono in questa piazza, al governo chiediamo di semplificare procedure dei contributi. Hanno messo in piedi dei meccanismi folli, quattro livelli come se fossimo truffatori dello Stato. E chiediamo risorse perché abbiamo subito i danni della seconda alluvione». Il nodo delle risorse è quello per cui viene principalmente chiamata in causa Roma. «Siamo in tanti, ma speravo sinceramente che fossimo molti di più», ammette un’altra oratrice.
Si è registrato qualche momento di tensione, con alcuni manifestanti che hanno provocato una lavoratrice della Regione. In sua difesa è intervenuto un dirigente dell’istituzione, che qualche minuto dopo è stato coinvolto in un’animata discussione con alcuni manifestanti. Uno di questi lo ha minacciato. Le forze dell’ordine hanno allontanato il dirigente della Regione. 

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