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LA GAZZETTA IN PIAZZA

«Un caffè con il cronista» a Colorno: la gente risponde e racconta il suo paese

Una mattinata tra la gente: storie, personaggi, associazioni

«Un caffè con il cronista» a Colorno: «Il nostro paese a chilometro zero»

di Anna Maria Ferrari

24 Settembre 2022, 11:30

Colorno «Lo sa che ci siamo sposati a chilometro zero?». Cosa vuol dire lo raccontano Anna Maria Abbati e Claudio Alessandrini, marito e moglie dal 10 settembre, nozze celebrate con una gran festa al Gran Caffè Piras, vetrata e tavolini affacciati sulla piazza del mercato, cucina da far invidia a un ristorante. «Sì, chilometro zero: celebrazione in Reggia con il sindaco Stocchi, qui dietro, poi 40 metri a piedi ed eccoci a tavola. Musica e balli. Tutti a far festa con noi. È stata la nostra dimostrazione d'affetto al paese».

Eccoci a Colorno, borgo a chilometro zero - cioè vicinanza assoluta - per le relazioni, l'amicizia, il senso di comunità. Ci si conosce di persona, si chiacchiera faccia a faccia. Ieri, giornata di mercato, ha preso il via da Colorno il progetto «Un caffè con il cronista». La Gazzetta di Parma - con Christian Marchi, collaboratore, e Sabrina Schianchi, responsabile Marketing (e la collaborazione di Comune e Provincia) - è scesa in strada, tra i lettori, per fotografare la realtà in presa diretta, tutti seduti a un tavolino, davanti alla tazzina di caffè offerta da Lucia Giampietro del Caffè Piras: «Abito qui da 10 anni, non cambierei mai». «Un caffè con il cronista», tour di circa due mesi tra i nostri Comuni: la voce dei lettori, una mattinata nei panni dei giornalisti, la notizia creata dalla gente che vive e conosce il paese. Come Vittorino Servadio, ex dirigente della Chiesi, un lontano legame di parentela con la prima moglie di Boris Johnson. «Abitavo in via Spezia tanti anni fa. Mi sono trasferito qui. Perché? Poco rumore, non c'è traffico, si vive bene». Non solo «green», però. «Semi di speranza» è un'associazione di volontariato, nata circa un anno e mezzo fa. Tanti ragazzi che si occupano di anziani, di povertà. «Il nostro scopo è aiutare chi ha bisogno. - spiega Sonia Froldi, tanti anni da catechista, anima e fondatrice del gruppo - Cosa cambierei del paese? Niente. Qui mi sento accolta». «Ci piace l'idea di un legame tra le generazioni, la sosteniamo: - aggiunge Maria Grazia Del Miglio - come Comune abbiamo laboratori congiunti giovani-anziani». Daniela Paini è una figura cardine dell'Avoprorit: «Abbiamo ambulatori medici in varie specialità, offriamo visite gratuite. C'è la bancarella con oggetti fatti da noi, li vendiamo per raccogliere fondi. Ho due figli sposati, una è tornata a vivere qui. Mi piace la quotidianità, il senso di appartenenza». Poco più di 60 anni in tre: Carolina Pallini, Houssam Soul e Matteo Ceci, uno sguardo giovane sul paese. «Abbiamo una compagnia storica, si sta benissimo. - spiegano - “Tutti matti per Colorno” è stato raddoppiato, per noi giovani è importante. C'è tanto verde, relazioni autentiche, sport. Purtroppo però, di sera non c'è granché da fare». Di certo tanto da fare ce l'ha Giovanni Maffei, titolare di un'azienda fiore all'occhiello del territorio, la Meverin, impresa che produce porte super tecnologiche e antifuoco: «Abbiamo arte, natura e storia: questo paese, nei secoli, non è mai stato abbandonato. Si respira cultura. Qui si è formato un artigianato straordinario, mani d'oro, un'eccellenza per tutto il Paese». In bicicletta arriva Maria Popoli, «vedova Conti». Apostrofa il sindaco Stocchi e lui prende nota: «Sul marciapiede di via San Rocco c'è una gran buca. Se ci cado dentro, paghi a peso tutti i miei 90 chili». C'est la vie a Colorno, 9mila abitanti, ma un'unica casa comune: il paese, vera comunità a chilometro zero.

Anna Maria Ferrari

© Riproduzione riservata

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