Dall'assistenza alle cure: focus sul nostro territorio. Schlein: «Villa Ester, luogo di comunità e socialità». Borghi: «Fondamentale l'integrazione tra istituzioni». L'associazione dei malati: «Poche risorse»
In provincia di Parma sono oltre 6000 le persone colpite da demenza: un dramma per altrettante famiglie alle prese con un proprio caro colpito da una malattia insidiosa, di lunga durata, che spesso si tende, senza ragione, a tenere nascosta. Di come curare queste persone e dare sollievo alle loro famiglie si è parlato diffusamente nel convegno «Insieme per il futuro delle persone con demenza», organizzato da Asp Parma e Aima a Villa Ester, la «casa del quartiere Oltretorrente», in via Costituente: sono intervenuti la vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elly Schlein, l’assessora comunale Laura Rossi e il direttore del distretto sanitario Antonio Balestrino, insieme a tecnici e rappresentanti delle associazioni. L’incontro, coordinato da Patrizia Vaccari, ha messo in evidenza i pesanti effetti di una problema diffuso, soprattutto fra gli anziani, che richiede un più efficace lavoro di squadra fra le istituzioni coinvolte e le associazioni, in modo da garantire cure tempestive ed efficaci.
I dati diffusi dalla Regione rendono bene l’entità del fenomeno: 65.000 persone colpite da demenza (di cui 40.000 con il morbo di Alzheimer; oltre la metà presenta forme medio-gravi che richiedono interventi in strutture specializzate). La demenza colpisce in Emilia Romagna oltre il 6% di chi supera i 65 anni; nel 2020 sono morte 18.800 con demenza. «L’anno terribile che abbiamo affrontato - ha detto Gianluca Borghi, amministratore di Asp - ci ha insegnato molte cose, a cominciare dal valore dell’integrazione fra le istituzioni che consente di elevare notevolmente la qualità dell’accoglienza. Villa Ester è un esempio prezioso di luogo di relazioni, non a caso ospita l’associazione che si occupa dei malati di Alzheimer».
Ammirazione per l’esperienza di Villa Ester è stata espressa anche da Elly Schlein: «E’ un luogo di comunità e socialità intergenerazionale - ha affermato la vicepresidente dell’Emilia Romagna -, ciò che serve per dare una risposta integrata a una pluralità di bisogni. Occorrono risposte più celeri ed efficaci per le persone con demenza, integrando residenzialità, interventi a domicilio, cure farmacologiche e prevenzione».
Gigetto Furlotti e Paolo Caffarra di Aima hanno però stigmatizzato i tempi troppo lunghi di attesa per la diagnosi (oltre 4 mesi) e il fatto che a Parma vengano erogati molto meno farmaci rispetto al resto della Regione, mentre si lavora con buoni risultati sulla terapia cognitiva. «Purtroppo - ha denunciato Caffarra - ci sono pazienti che minacciano la moglie con il coltello e non trovano posto in struttura». Furlotti ha ricordato che Aima assiste cento famiglie, ma non può contare su risorse sufficienti per far fronte alle spese del personale. Il direttore del distretto di Parma, Antonio Balestrino, ha rassicurato sull’impegno dell’Ausl per costruire un percorso di rete che coinvolge le due aziende sanitarie, i comuni e le associazioni, mentre Andrea Fabbo, responsabile del servizio regionale, ha evidenziato il lavoro in atto in Emilia Romagna e ha ricordato che «la demenza si può prevenire con stili di vita adeguati e attività di socializzazione».
Infine, Laura Rossi ha denunciato le complicazioni per l’accesso ai finanziamenti, con iter burocratici che moltiplicano il lavoro per arrivare ad aiutare chi ha bisogno: «Così - ha detto l’assessora - ci fanno arrivare tardi e male. Ma non dobbiamo dimenticare quanto di bello, buono e grande è stato fatto, come l’operazione di dare vita a Villa Ester e il rapporto con Aima, che svolge un ruolo prezioso al fianco delle istituzioni». A.B.
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