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Covid, così si cura a casa

Covid, così si cura a casa

di Giuseppe Milano

30 Aprile 2021, 10:56

Ecco le nuove regole del Ministero della Salute per l'assistenza a domicilio dei pazienti

Regole uguali per tutti, in tutta Italia. In una trentina di pagine il Ministero della Salute ha riassunto le nuove linee guida per la gestione domiciliare dei pazienti Covid. Un vademecum dedicato operatori sanitari, medici di base, pediatri di libera scelta, Usca. L'obiettivo è arrivare ad una omogeneità di comportamenti, visto anche l'esperienza maturata in questi mesi sul campo, pure a livello locale.


Cosa usare e cosa no
In caso di necessità le linee guida prevedono l'impiego di paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei se insorgono febbre o dolori articolari muscolari. L'uso del cortisone, ampiamente utilizzato ad inizio pandemia, viene invece limitato, dice il documento, «esclusivamente nei soggetti con malattia Covid grave» che necessitano di ossigeno. Insomma solo per quei pazienti che rischiano forme severe anche perché, si legge sempre nelle linee guida, «l'utilizzo della terapia precoce con steroidi si è rivelata inutile se non dannosa in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un'adeguata risposta immunitaria». Stop anche all'uso generalizzato  di eparina, idrossiclorochina, benzidiasepina, ma anche aspirina e antibiotici; questi ultimi da impiegare «esclusivamente nei casi nei quali l'infezione batterica sia stata dimostrata».

La soglia del 92%
Di fondamentale importanza poi per il controllo dell'andamento della malattia la presenza dell'ossigeno nel sangue. Con valori di saturazione inferiori al 92% dovrà essere predisposta una visita a domicilio per «verificare la necessità di una ospedalizzazione o valutazione specialistica».

La situazione a Parma
Le nuove linee non sembrano aver colto di sorpresa il mondo della salute del nostro territorio. «Noi in questi mesi abbiamo seguito un documento redatto la scorsa estate a livello provinciale e devo dire che conteneva già le indicazioni della direttiva ministeriale», spiega Annalisa Volpi, direttrice del servizio emergenza-urgenza territoriale di Ausl e Azienda ospedaliero-universitaria. 

Gli anticorpi monoclonali
La vera novità è però sull'impiego degli anticorpi monoclonali. «In questo caso lo scorso 24 marzo la regione Emilia-Romagna aveva già individuato un protocollo con i medici di medicina generale e pediatri per selezionare in modo appropriato i pazienti che possono seguire questo trattamento», prosegue la dottoressa Volpi. «Abbiamo un percorso che permette la somministrazione sia domiciliare che ospedaliera. Quando avviene a casa sono presenti anche un infettivologo ed un rianimatore per controllare eventi avversi. Poco probabili ma comunque da monitorare».

Stop al fai da te
Le nuove linee guida convincono, ma solo in parte, i medici di famiglia del nostro territorio. Corrado Parodi segretario della Federazione Medici di Medicina Generale di Parma, sottolinea come «finalmente sia stato chiarito l'ambito in cui operare. È stata fatta chiarezza, con il Ministero che ha messo nero su bianco quanto poi avevamo già constatato con la nostra esperienza sul campo. Ora però le norme sono coerenti e questo ci mette al sicuro anche da eventuali rischi». Perché, va detto, ora il medico che non segue le direttive rischia gravi conseguenze. Antonio Slawitz, segretario Snami Parma, parla invece di «atteggiamento contraddittorio da parte del ministero. Al di là dei documenti, si deve davvero incentivare e ascoltare il territorio, medicina di medicina generale in primis».  
 

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