Dovrebbero partire martedì i test sierologici - per verificare l'immunità acquisita al Covid-19, o la positività al virus - a richiesta da parte dei privati cittadini, come annunciato dalla Regione. Ma sono tante le incertezze.
Il presidente dell'Ordine dei medici di Parma, Pierantonio Muzzetto, spiega che non è arrivata una delibera di giunta che sostituisca la 350 del 28 aprile scorso, che vieta il test per i privati, limitandolo alle aziende e ai loro dipendenti.
L'assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, ha incontrato in videoconferenza i rappresentanti dei medici di base per chiarire le modalità della prescrizione necessaria ai privati per poter effettuare i test nelle strutture accreditate (a fianco) e l'iter successivo: ricetta «bianca», che potrà anche essere inviata in foto sullo smartphone del paziente; comunicare al medico l'esito; in caso di test positivo agli anticorpi, quarantena a domicilio, informata l’Ausl di competenza, che eseguirà il tampone per la conferma della malattia.
Mario Scali, vicesegretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), è perplesso sul coinvolgimento dei medici di base: «Pur tenendo conto dell'appropriatezza del test, ossia che venga eseguito da chi ha avuto contatti a rischio, la prescrizione del medico di famiglia rischia di diventare un passaggio inutile che appesantisce un carico di lavoro già al limite - dice - Meglio sarebbe permettere ai cittadini di rivolgersi direttamente ai laboratori».
Sulla farraginosità del sistema di segnalazione all'Igiene pubblica dei pazienti positivi, tramite il progetto Sole (Sanità on line, piattaforma regionale) interviene anche Bruno Agnetti, segretario provinciale Smi (Sindacato medici italiani): «E' il terzo sistema di comunicazione con l'Igiene pubblica che viene varato in un mese», rimarca.
Agnetti si domanda anche quali saranno i criteri con i quali il medico di base potrà rifiutare «a pazienti particolarmente ansiosi» la prescrizione del test, anche se non ricorrono le condizioni. l test inoltre, rimarca, saranno a totale carico del cittadino richiedente, per una cifra dai 25 ai 50 euro solo per il test base, senza considerare il test Elisa di conferma e il costo della ricetta bianca, in tutto circa 100 euro: «E' giusto, in una tale emergenza, che il privato si faccia totalmente carico di queste spese?».
Lo stesso dubbio sollevato da Antonio Slawitz, segretario provinciale e regionale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), che obietta anche sul «sovraccarico di lavoro sui medici di base in una fase che non è più di emergenza ma di convivenza con il virus, e che continuerà ancora a lungo».
E i laboratori di analisi? «Ad oggi (ieri per chi legge, ndr) non abbiamo ricevuto delibere di giunta o informazioni ufficiali dalla Regione. Quello che so, l'ho letto sui giornali - dice Camilla Salvi della Casa di cura Città di Parma - Occorre dare ai laboratori il tempo per approntare percorsi sicuri per cittadini che potrebbero essere positivi. E bisognerebbe anche stabilire una tariffa omogenea per i test, per non scatenare una concorrenza nell'emergenza e in questo delicato momento».
«Ancora nessuna informazione ufficiale», aggiunge anche Antonia Gandolfi del laboratorio cittadino Micron, che non esclude però che possa arrivare domani, in tempo utile.
«Ma intanto - spiega - abbiamo ricevuto molte telefonate di cittadini che chiedono informazioni o vorrebbero già prenotare il test».
LABORATORI ACCREDITATI
Ecco l'elenco, aggiornato dalla Regione venerdì 8 maggio, dei 12 laboratori della provincia di Parma accreditati finora per i test sierologici.
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