Non c’è tempo per pentirsi di quello che non abbiamo fatto prima e, al contrario di quello che ti raccontano nei film, non si può andare avanti o indietro negli anni se non per finzione. Ma quando mai, da single incallito (nella speranza che i calli non mi vengano proprio ora, un callifugo dove lo trovo? Chiamo la maga Calliope???) ho sempre fatto smorfiette all’idea di comprare l’asciugatrice, (ma che sarà mai stendere due panni, otto mutande quindici magliette, quattro pantaloni, due jeans), ed ora, quasi pronto a dire buona domenica all’aspirapolvere prima di cominciare dal tappeto del soggiorno, su cui avrei simulato di essere come Ryan Gosling con Emma Stone in «La la land», sono sbattuto come uno zerbino da fuori porta e arranco verso la piccola farmacia domestica del bagno alla ricerca di un antidolorifico qualsiasi, purché la schiena smetta di ululare che par di sentire Achille Lauro a Sanremo... A proposito di canto, mi sono industriato a dovere con la tecnologia, quella che ben conosco e utilizzo sia per lavoro che per altro... No, non fraintendete: so come si può tentare di avere flirt a distanza, fare amicizia e poi... decidere se continuare o no e , magari, avere un «rapporto a distanza» o nel caso dei meglio ormonati (un vaghissimo ricordo dei bei tempi andati) praticare il sesso, sempre a distanza, chi al telefono, chi con la webcam... A parte che mi salterebbero un paio di capsule dell’impianto dentale alla sola idea di una conversazione, seguita da gesti idonei, con cui il telefonino diventa un accessorio erotico, ma ve lo vedete un «quota 100» che arranca, recitando la parte dell’arrapato, verso il monitor nel solo tentativo di andare a spegnerlo prima che le urla per i doloretti sulla spina dorsale vengano scambiati per mugolii di piacere che nemmeno la grandissima Moana Pozzi sarebbe stata in grado di emettere? Come un caco d’agosto esposto al sole per un paio di settimane, ho ben altro di cui occuparmi: cambiare le lenzuola del letto, stanno lì ormai da una settimana e prima che si lamentino per la «distanza sociale» degli acari che l’abitano sarà meglio che mi dia una mossa (facile a dirsi, un po’ meno a farsi...) prima che, sfinito, apra il materassino per gli esercizi a terra e ci faccia sopra un corroborante pisolino...
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