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Saveriani, in viale San Martino dieci missionari morti in poche settimane

Saveriani, in viale San Martino dieci missionari morti in poche settimane

di Luca Molinari

22 Marzo 2020, 09:31

Dall’inizio dell’emergenza coronavirus sono ben diciassette i preti e religiosi scomparsi nella nostra diocesi. I più colpiti sono i padri saveriani; nelle ultime settimane sono morti dieci religiosi della congregazione fondata da monsignor Conforti. Si tratta di figure che hanno dedicato gran parte della propria esistenza in missione nelle zone più povere e dimenticate del mondo. Si tratta di Luigi Masseroni, Giuseppe Scintu, Guglielmo Saderi, Giuseppe Rizzi, Piermario Tassi, Vittorio Ferrari, Nicola Masi, Enrico Di Nicolò, Corrado Stradiotto, Pilade Giuseppe Rossini. Gran parte di loro vivevano nell’ultimo piano della Casa madre di viale San Martino - trasformato in uno spazio dedicato alla cura dei padri anziani e malati - dove venivano accuditi da personale infermieristico e altre figure appositamente formate per l’assistenza. Attualmente all’interno della Casa madre vivono una cinquantina di padri saveriani, in gran parte anziani. A questi vanno aggiunti una quindicina di giovani in formazione nella vicina palazzina destinata allo studentato.

Non si sa ancora con certezza se i saveriani morti avessero contratto il coronavirus (gli esiti dei tamponi, relativi soltanto ad alcuni defunti, arriveranno nei prossimi giorni); in ogni caso all’interno della struttura di viale San Martino sono state bonificate varie aree, per fare in modo che l’eventuale epidemia non si propaghi anche tra gli altri religiosi. «Non possiamo affermare con certezza che si tratti di morti per coronavirus – spiega padre Rosario Giannattasio, superiore dei padri Saveriani per l’Italia – quello che possiamo dire è che si tratta di una mortalità molto più alta rispetto alla media. Solitamente in Casa madre muoiono quattro o cinque padri nell’arco di un anno, ora invece se ne sono andati una decina nel giro di undici- dodici giorni. E’ quindi inevitabile pensare ad un legame col coronavirus».

Per evitare i contagi all’interno della struttura sono in corso delle accurate bonifiche e determinati spazi sono stati isolati. «Abbiamo cercato di sopperire al meglio all’emergenza – prosegue padre Giannattasio – E’ in corso la completa bonifica dell’infermeria all’ultimo piano e determinati servizi, come quello dei pasti, avvengono ora nel più completo isolamento». «I padri – precisa il superiore dei Saveriani - cercano di stare chiusi nelle proprie camere, riducendo al minimo la vita comunitaria. Viviamo una situazione di attesa, tra speranza e paura, illuminati dalla fede». Alla scomparsa dei saveriani si aggiunge quella dei preti diocesani. Sei i parroci diocesani che se ne sono andati in queste settimane: l’ultimo in ordine di tempo è stato don Giuseppe Fadani (parroco di Carignano). Prima di lui sono scomparsi don Fermo Fanfoni (parroco di Mezzano Inferiore, Coenzo, Casale), don Giacomo Bocchi (parroco di Coltaro, Torricella, San Nazzaro e Pizzo), don Franco Minardi (parroco di Ozzano), don Andrea Avanzini (parroco di Bannone e mansionario della Cattedrale), don Pietro Montali (parroco di Palanzano). Al triste elenco va aggiunto il padre stimmatino Fausto Torresendi, attivo nella parrocchia delle Sacre Stimmate.
 

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