Personaggi
Se ne è andato a 88 anni Franco Pellinghelli, stimato tipografo e grande appassionato di ciclismo.
Parmigiano del sasso, aveva trascorso la sua infanzia in strada Nuova, dove i genitori avevano una bottega di frutta e verdura. Cresciuto in quel borgo giocando all’aria aperta con i ragazzi come lui, aveva vissuto sulla propria pelle la guerra e ricordava sempre tanti episodi di quel difficile periodo. Ad esempio, quando un soldato russo che lo aveva visto senza scarpe, era andato in un negozio di via Mazzini per comprargliele oppure quando i bambini guardavano le mani dei soldati afro-americani stupiti dal loro palmo o, ancora, quando si divertivano nel sentire arrivare gli aerei militari, senza comprendere pienamente cosa significasse.
Franco Pellinghelli aveva iniziato giovanissimo a lavorare per aiutare la famiglia, prima come garzone da un calzolaio, poi consegnando il pesce fresco e successivamente alla tipografia di Mario Fresching, in piazza Ghiaia.
Il titolare, il signor Mario, lo aveva preso in simpatia e sapendo della sua grande passione per il ciclismo, gli dava le chiavi di casa (sopra la tipografia) per andare a vedere le corse in bicicletta in tv. Proprio da Fresching Pellinghelli era diventato tipografo impressore di prima categoria arrivando a stampare anche libri di un certo valore. Chiusa la Fresching, era andato a lavorare alla tipografia Ferrari che dopo poco aveva dovuto cessare l’attività per fallimento.
Con il collega Carlo Casoni, grazie all’interessamento e all’aiuto di Mario Tommasini, avevano quindi avviato al Centro Santi una tipografia (Azienda Grafica F. Santi) proprio all’interno del centro, in uno dei padiglioni allora presenti. Lì oltre al lavoro come tipografi, aiutavano anche i ragazzi ospiti del centro a rimanere in contatto con la realtà di un lavoro manuale e, molto spesso, gli affidavano qualche semplice composizione per tenere la loro giornata impegnata.
Non solo. Pellinghelli a volte portava questi ragazzi nella sua seconda casa in collina per fargli trascorrere una giornata all’aria aperta. «Metodico, preciso e puntuale, fedele alla parola data fino all’esasperazione – ricorda la figlia Maria – mio padre aveva capito l’importanza dei gesti concreti. Coltivava tante passioni, a partire da quella per la sua casa in collina e per il ciclismo. Infine amava tantissimo il lago di Garda».
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata