Scuola
È rivolto agli studenti del quarto e quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado della provincia, che nel loro percorso di studi non hanno mai affrontato il latino ma che prevedono di averlo all’università.
Inizierà, per la prima volta, proprio oggi, il corso di lingua latina nell’ambito del progetto Cooperazione per l’orientamento e la riduzione delle difficoltà d’accesso all’università (Corda), che si pone l’obiettivo di fornire alle future matricole un’iniziale preparazione sulla lingua latina, prima di affrontarla nelle aule accademiche.
Dal 2017, il progetto, nato inizialmente dall’ex dipartimento di Matematica, è stato esteso all’area umanistica con i corsi di inglese e per il prossimo anno accademico l’offerta si amplia, con l’avvio di alcune lezioni organizzate dal dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturali dell’ateneo, in collaborazione con il liceo classico-linguistico «Romagnosi». «Con questo progetto si fornisce la possibilità agli studenti di avvicinarsi a questa materia con qualche anno d’anticipo rispetto al corso di latino zero al primo anno di università - ha spiegato Simone Gibertini, responsabile del corso di latino per il Dipartimento di Dusic e docente di lingua e letteratura latina -. Nell’apprendimento conta moltissimo la dimestichezza, anche perché, come le altre, il latino è una lingua che si acquisisce con il tempo: una persona può frequentare un corso intensivo, ma c’è bisogno di un po’ di spazio per digerirla». Dal 2018, il progetto Corda può essere fatto valere anche come percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (l’ateneo è, infatti, un ente abilitato alla certificazione del Pcto per le scuole convenzionate). Il corso, che durerà 40 ore (una volta alla settimana, dalle 14.30 alle 16.30) e potrà contare un massimo di 25 iscritti (per ora sono una decina), sarà svolto al Romagnosi, dove le docenti Lorenza Reverberi e Angela Santi, si occuperanno del programma da proporre agli studenti. «L’idea è quella di portare i ragazzi già a un livello simile a quello del latino zero, in modo che siano avviati agli studi con maggior facilità - chiarisce Reverberi -. La modalità non sarà certamente quella scolastica, anche perché parliamo anche di studenti che sono alla fine degli studi e magari con un esame di maturità da preparare, ma faremo attività laboratoriali, con ovviamente il rigore della grammatica, perché da essa non si può prescindere».
E se, come spiegato dalla professoressa, il latino «deve essere vivo», il lavoro del corso sarà «attivo». «Questo corso può fornire loro degli strumenti anche per comprendere meglio la nostra lingua e la nostra cultura - aggiunge la docente del liceo Romagnosi, ricordando come questo studio possa rivelarsi utile anche per l’adozione di un metodo di studio tipicamente universitario -. È anche molto importante svincolare il latino dalla fama che studiarlo non serva a niente, perché non è così: è ancora molto importante nella formazione culturale di ognuno». Per il preside Pier Paolo Eramo, questo progetto rappresenta una possibilità determinante nella formazione dei ragazzi: «È allargare le possibilità delle persone che, quando entrano, a 14 anni, in una scuola superiore, non sanno che cosa diventeranno quando ne avranno 18, quindi bisogna rendere flessibili i passaggi».
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