La lettera a Greta di una ragazza che era con lei sull'autobus
Quel giorno sul 5, il bus dove la studentessa Greta Botti ha avuto un malore fatale, c'era anche un'altra ragazza, Valentina che ha inviato in redazione questa lettera che pubblichiamo:
"Ciao Greta,
Siamo due anime che si sono sfiorate in un momento di angoscia, eppure il nostro incontro rimarrà indelebile nella mia memoria.
Sabato scorso, ero su quell'autobus, un autobus che forse non avrei mai dovuto prendere, poiché stavo per perderlo.
Ma il destino ha voluto diversamente, grazie a un autista gentile che si è fermato al di fuori della fermata.
Dopo 3 fermate le urla strazianti della tua mamma hanno squarciato il silenzio, e ho impiegato qualche istante per comprendere la situazione.
Poi ho visto te, giovane e fragile, accasciata.
Quell'autista coraggioso ti ha preso tra le braccia e ti ha portato fuori dall'autobus.
Il peso del tuo corpo sembrava troppo grande per una ragazza così esile.
Ero incredula, incapace di capire il motivo di questa tragica scena.
La tua mamma, con una forza che solo una madre disperata può avere, ha iniziato il massaggio cardiaco, mentre tu non reagivi.
Ero terrorizzata, ma nello stesso tempo avrei voluto tenerti la mano, offrirti un conforto, ma la paura ha prevalso.
Ho ripreso quell'autobus, che ha proseguito il suo percorso nel mio pianto disperato.
Ho sperato e ho continuato a sperare.
Poi, alla prima fermata di via d'Azeglio, è apparsa una farfalla, grande, marroncina e gialla, che sbatteva contro le porte, desiderosa di uscire.
In quel momento, ho capito.
Il giorno dopo, cercando e cercando, ho avuto la conferma.
Mi dispiace, Greta.
Avevi un futuro luminoso davanti a te, e Parma ti avrebbe accolto con affetto.
Penso a te, e lo farò per sempre".
Ciao.
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