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Iniziativa

Passa alla Camera la legge che dichiara i teatri italiani "monumenti nazionali". Oltre al Regio e al Farnese ci sono anche il Magnani di Fidenza e il Verdi di Busseto (e altri ancora)

Passa alla Camera la legge che dichiara i teatri italiani "monumenti nazionali". Oltre al Regio e al Farnese ci sono anche il Magnani  di Fidenza e il Verdi di Busseto (e altri ancora)

Foto d'archivio

03 Aprile 2024, 18:14

Nell’Aula della Camera è stato approvato con 172 si, 46 no e 65 astenuti il testo unificato delle proposte di legge che puntano a dichiarare "monumento nazionale" i teatri italiani. Il provvedimento, che contiene un elenco di 408 teatri ed è stato sostanzialmente riscritto con due emendamenti presentati dalla Commissione Cultura presieduta da Federico Mollicone, passa ora al Senato.

Nel testo appena approvato, oltre ad un nuovo elenco di 408 teatri (rispetto ai 46 originari), che meriterebbero il riconoscimento di "monumento nazionale", si prevede che possano comunque essere dichiarati tali, «i teatri la cui edificazione risalga ad almeno 100 anni» o quelli «la cui programmazione sia rivolta ad attività di spettacolo dal vivo con il concorso finanziario pubblico». Hanno diritto al riconoscimento anche quei teatri «il cui edificio» sia stato riconosciuto di «interesse culturale». Con i due maxi-emendamenti presentati dalla Commissione Cultura della Camera, presieduta da Federico Mollicone, è stata invece soppressa la parte del testo con la quale si prevedeva che, «entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge" intervenisse un «Regolamento adottato con decreto del ministro della Cultura» per stabilire i criteri e la procedura «per il conferimento della qualifica di monumento nazionale ad altri teatri storici».

I Teatri della provincia  interessati 

Secondo Gaetana Russo (FdI) in provincia di Parma diventerebbero monumenti nazionali il teatro Regio, il teatro Farnese,  il Teatro Verdi di Busseto, il Teatro Magnani di Fidenza, il Teatro Pompeo Piazza di Fontanellato, il teatrino di Villa Petitot di Parma, il Teatro Due, il Convitto nazionale Maria Luigia, il teatro Pallavicino di Zibello  e il Teatro al Parco di Parma.

La soddisfazione di Gaetana Russo (Fdi)

"Oggi - afferma Gaetana Russo, deputata di FdI eletta nella nostra provincia - è un giorno importante per la nostra Provincia, per la sua innegabile storia, per il valore artistico culturale che la contraddistingue. Grazie a Fratelli d’Italia, nella Proposta di Legge oggi votata alla Camera riguardante la Dichiarazione dei principali Teatri Italiani come Monumenti Nazionali, sono stati dichiarati monumenti nazionali in provincia di Parma il nostro Teatro Regio e il Teatro Farnese, ma anche tanti altri teatri che rendono la provincia di Parma unica da un punto di vista di fermento e vivacità culturale, e che potrà essere arricchita, sulla scorta di quei criteri che il ministro Sangiuliano nei prossimi mesi andrà a declinare, di altri importanti luoghi di aggregazione e fermento culturale".

"E’ - continua la Russo - un’attestazione di importanza per quei nostri Teatri che da decenni caratterizzano la vita artistica, sociale e culturale del territorio parmense e che richiamano nomi di pregio, dalla lirica, alla sinfonia, alla prosa, sino a scrittori e liberi pensatori. E quindi non stupisce che siano ritenuti meritevoli di essere dichiarati Monumento Nazionale il Teatro Verdi di Busseto, il Teatro Magnani di Fidenza, il Teatro Pompeo Piazza di Fontanellato, il teatrino di Villa Petitot di Parma, il Teatro Due, il Convitto nazionale Maria Luigia, il teatro Pallavicino di Zibello  e il Teatro al Parco di Parma. È un risultato straordinario per il valore storico artistico dei teatri parmensi, ma soprattutto per la valorizzazione della bellezza delle nostre tradizioni, delle compagnie locali, di quella ricchezza nell'unicità culturale italiana, che muove i suoi passi proprio attraverso il Teatro. Un riconoscimento di cui andiamo fieri, che va nella direzione di affermare che le nostre città ed i nostri borghi più piccoli si portano dentro una ricchezza che va protetta, che appartengono ad una architettura sapiente e che abbiamo il dovere di far conoscere".

Cavandoli: "I teatri di Parma meritano di essere monumenti nazionali"

 “Il Teatro Regio di Parma - afferma la deputata della Lega, Laura Cavandoli - merita di essere dichiarato monumento nazionale e oggi, con l’approvazione alla Camera del testo unificato sui teatri, si compie un passaggio parlamentare importante per ottenere questo riconoscimento. Il Teatro Regio, nato come Teatro Ducale, ha trovato la sua attuale configurazione con Maria Luigia d’Austria, e fu inaugurato il 16 maggio 1829 con la “Zaira” di Bellini, e poi si è legato al melodramma di Giuseppe Verdi. Il Teatro Regio è da sempre stato al centro dell’impegno della Lega, a partire dalla proposta di legge già approvata dal Senato dalla scorsa legislatura. Il Teatro Regio completa così il percorso di Parma Capitale della Cultura 2020-2021, che ebbe inizio e fine proprio nel teatro Regio. Oggi la mia pdl si è riunita nel contenuto a questa iniziativa legislativa che include anche il Teatro Farnese, il Teatro Due, il Teatro del Convitto Maria Luigia, il Teatro Giuseppe Verdi di Busseto, il Magnani di Fidenza, il Pallavicino di Zibello.  Sentiamo il dovere di valorizzare e tutelare le nostre straordinarie opere d’arte e di promuovere le eccellenze culturali del nostro territorio anche a livello parlamentare ed il provvedimento di oggi tributa il giusto ruolo a queste testimonianze di arte e storia del nostro Paese”.

 

Lo dichiara la deputata della Lega Laura Cavandoli.

Zingaretti (Pd): "Idea buona, ma la legge è un pasticcio"

«L'idea di definire i teatri storici monumenti nazionali è una buona idea, ma la legge per ottenere questo risultato è pessima e pasticciata. Una legge seria avrebbe definito criteri chiari e certi, fondi economici a sostegno del teatro e una commissione ad hoc per conferire il titolo. Questa legge è invece solo un’imbarazzante lista di centinaia di nomi». Lo ha detto il deputato democratico componente della Commissione Cultura della Camera, Nicola Zingaretti, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso delle dichiarazioni di voto sul Testo unificato che riconosce a numerosi Teatri italiani il titolo di monumenti nazionali.
Nel corso del suo intervento, Zingaretti ha elencato numerosi teatri italiani che, secondo questa legge, nonostante il loro rilievo culturale, non saranno definiti storici.

«Il motivo - ha spiegato - è che questa legge non definisce criteri chiari per l'individuazione dei teatri storici e soprattutto non interviene minimamente sul finanziamento dei teatri e delle produzioni e, per questo, non ne impedisce la chiusura». «Questo dovrebbe essere il primo obiettivo della legge», ha sottolineato Zingaretti, aggiungendo che «la maggioranza presenta invece al parlamento un’imbarazzante lista di teatri che è dettata dalla propaganda e che servirà unicamente ai deputati di maggioranza per rivendicare l’istituzione del titolo di un teatro nel proprio collegio elettorale». «Questa legge è un’occasione persa - ha concluso Zingaretti - anche perché non determina alcun vantaggio economico per i teatri che saranno definiti monumenti nazionali».

Mollicone (FdI): "Non è una legge marchetta"

«Questo provvedimento dà un riconoscimento a quei teatri che rappresentano la tradizione italiana» e «il testo segue sicuramente un indirizzo politico, come è giusto che sia: siamo il Parlamento italiano e diamo gli indirizzi politici». Così il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto sul Testo unificato sul riconoscimento teatri italiani monumenti nazionali. «Con questa legge si dà valore ai teatri e contemporaneamente si dota il ministero della Cultura di una procedura chiara e riconoscibile di ampliamento dei teatri come monumenti nazionali. Finora questo non accadeva.

Tutti i teatri che progressivamente raggiungeranno i requisiti potranno richiedere questo riconoscimento» ha aggiunto Mollicone che ha quindi precisato: «E' falso affermare che questa legge si fermerà al 1924: di anno in anno altri teatri potranno chiedere di fare parte» della lista dei teatri monumento nazionale. Inoltre, «sono state dette cose false: prima c'erano le indicazioni dei singoli colleghi sul territorio e a questo a noi non ci scandalizza: non è una marchetta ma fare il proprio dovere sul territorio. Dovete finirla di parlare di marchetta se un deputato presenta una proposta di legge perché ci è arrivato per primo, o per guizzo, e questo sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Dovete smetterla di criminalizzare chi ha una intuizione e fa una proposta». «Marchetta: questo orribile vocabolo dovrebbe uscire dall’Aula" ha detto ancora Mollicone che ha stigmatizzato l’opposizione dai cui banchi, ha detto, ai «sembra di assistere a maestri di tetrapiloctomia, altro non è che l’arte di tagliare il capello in quattro, come diceva Eco. Invito l’opposizione a fare un discorso alto e guardare alla visione complessiva delle politiche culturali». Mollicone ha quindi annunciato che «con il ministro Sangiuliano e il sottosegretario Mazzi stiamo lavorando per l’esercizio della delega sul Codice dello Spettacolo in cui il Parlamento sarà centrale E stiamo lavorando per i progetti multidisciplinari: portando lo spettacolo dal vivo nelle aree archeologiche e nei musei, o rendendo i teatri luoghi di formazione. Non accettiamo lezioni da nessuno. Siamo la maggioranza ma siamo aperti e disponibili ad accettare il confronto e le proposte che non siano ostruzionistiche e pretenziose dell’opposizione».

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