il problema
Monopattini e bici elettriche in free bike sharing (che tradotto in parole semplici significa “a noleggio libero”) sono ormai entrati a far parte della quotidianità della mobilità sostenibile della nostra città. E sono numerosi i mezzi, noleggiabili tramite le app dedicate, che ogni giorno vengono utilizzati dai parmigiani grazie alla flessibilità di utilizzo che rendono possibile le modalità di noleggio.
«Raccolta» ritardata
Da alcune settimane, però, marciapiedi e spiazzi o addirittura anche stalli dei parcheggi sono «occupati» per diversi giorni da mezzi, in particolare monopattini, abbandonati dai loro utilizzatori al termine del percorso utile, magari nei pressi delle proprie abitazioni, ma che poi rimangono in quella posizione anche per 7-10 giorni. In origine i «mezzi-scopa» per la raccolta in particolare dei monopattini, passavano quotidianamente lungo le strade cittadine per raccogliere i mezzi (che sono geolocalizzati) e riportarli poi nei punti di raccolta da dove vengono prelevati. Ora questo non solo non avviene più con questa frequenza, ma l'impressione che si ha è che avvenga soltanto quando i mezzi da raccogliere sono in numero veramente cospicuo.
Difficoltà di passaggio
Questa evidenza, che chiunque può notare transitando per le vie cittadine, ha però comportato che in molti casi ci si trovi di fronte a marciapiedi già stretti che vengono occupati da un monopattino «parcheggiato» magari in modo non perfetto per diversi giorni. E se qualche «anima buona» volontaria non sposta il mezzo, si è verificato il caso di problemi di passaggio per chi è costretto ad esempio su una carrozzina. Ma anche a casi in cui i pedoni sono stati costretti a scendere dal marciapiede. E' successo, ad esempio, in viale Duca Alessandro e via Torelli, dove gli spazi a disposizione della “mobilità dolce” sono particolarmente ristretti, ma anche in via Parigi, via Quarta e in diverse altre strade. Il problema, dovuto sicuramente anche poca educazione degli utilizzatori, è stato però acuito dalla rarefazione del servizio di raccolta dei mezzi, che porta a una sorta di loro «abbandono prolungato» in modo disordinato su tutta la città.
Trovare soluzioni
A questo punto, fatta salva la comodità e l'utilità del servizio “free” che consente di non dover riportare i mezzi a un punto predefinito, occorre però che il Comune, cui fa capo la supervisione del servizio, trovi una soluzione al problema. Anche perché in questo modo, oltre ad avere un minor numero di monopattini e biciclette elettriche disponibili nei punti di raccolta, la mobilità cosiddetta sostenibile rischia di diventare “insostenibile” per i problemi creati a macchia di leopardo nelle varie zone della città. La soluzione più semplice sarebbe quella di tornare a una maggior frequenza nella raccolta, ma se non fosse possibile, allora si dovrebbe trovare un modo per evitare abbandoni indiscriminati che sono tanto più vistosi e fastidiosi quanto maggiore è la loro durata.
Bici normali penalizzate
In tutto questo a essere penalizzati, fra gli altri, sono anche i possessori delle biciclette oggi definite “muscolari”, vale a dire a pedalata normale. Oltre all'ormai consueto problema della difficile convivenza con monopattini e bici elettriche sulle piste ciclabili, infatti, ora si trovano anche a dover far fronte agli “ostacoli” sempre più frequenti rappresentati dai mezzi che vengono “parcheggiati” nei luoghi più disparati e restano lì per troppo tempo. La speranza è che una soluzione venga trovata in tmpi brevi. Intanto, di sera, i lati delle strade sono costellati di lucine verdi intermittenti che segnalano la presenza di mezzi che nessuno sembra voler toccare.
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