PARMA
L’8 settembre di ottantuno anni fa veniva firmato l’armistizio con gli angloamericani. Era la fine dell’alleanza con la Germania nazista.
Quel giorno ogni italiano fu chiamato a scegliere: o la via delle montagne e la lotta per la Resistenza o l’appoggio ai tedeschi e alla Repubblica di Salò. A pochi chilometri da Parma c’è un luogo, nascosto tra i platani ed i salici, in cui in quei giorni si ritrovarono i ragazzi e le ragazze che diedero avvio alla lotta partigiana nel nostro territorio. Si tratta di villa Braga. Da allora, ogni anno, nei giorni che precedono l’8 settembre, la famiglia apre le porte della villa a tutta la cittadinanza. L’obiettivo è quello di ricordare quei giovani e il loro sacrificio, sul quale, assieme a quello di tantissimi altri da tutta la Penisola, si fonda la nostra Repubblica.
La cerimonia è iniziata alle 18 ed è stata la conclusione di una serie di iniziative organizzate nella giornata di ieri dal Comune di Parma e dalla Provincia, che hanno toccato vari luoghi della città come i Portici del Grano, il Monumento alle Barricate e le ex carceri di San Francesco. «È sempre straordinario essere in questo luogo che profuma di storia - ha sottolineato Attilio Ubaldi, di Alpi Parma (Associazione liberi partigiani italiani) -. Qui, ragazzi e ragazze giovanissimi si sono trovati con l’obiettivo dare il loro contributo nel fare uscire l’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista». Successivamente, Laura Cleri, attrice di Fondazione Teatro Due, ha letto alcuni brani sulla Resistenza partigiana, scelti da Brunella Manotti, di Anpi Parma. «Ringrazio Susanna Braga che ogni anno ci ospita - ha esordito Michele Alinovi, presidente del Consiglio comunale, -. È un bellissimo gesto, e non scontato. Osservare i cittadini accolti in questa casa è come vedere rinnovato il sentimento di solidarietà che ha animato anche quegli anni bui». Hanno preso parte alla cerimonia anche Marzia Moreni, di Anpi Parma e Giovanni Bertocchi, consigliere delegato della Provincia di Parma.
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