VIA BURLA
Sequestrato un drone cargo, con all'interno apparecchiature cellulari, all'interno del carcere di via Burla a Parma. Lo rende noto il sindacato di polizia penitenziaria Spp. "Ci è giunta notizia che nella giornata di ieri è stato intercettato e sequestrato il carico di un drone-cargo consistente in apparecchiature cellulari. Questo grazie all’attenzione dei colleghi in servizio. Ottimo risultato per la Polizia Penitenziaria di Parma".
Ecco il comunicato del sindacato Spp.
"Questa segreteria sindacale prende atto di come l’amministrazione penitenziaria abbia fatto un passo indietro circa il quarto posto letto nel nuovo padiglione detentivo di Via Burla, il quale avrebbe aggiunto 60 persone detenute al già drammatico contesto penitenziario parmigiano.
Sembra che dopo aver installato la quarta branda, ci sia stato l’ordine opposto di rimuoverla e che così sia stato di fatto.
Finalmente nell’Amministrazione Penitenziaria parmigiana si è attivato il neurone dormiente del buon senso.
Dobbiamo ritenerla una vittoria sindacale?
A noi non interessa vincere. Interessa portare a casa i risultati. Risultati che non solo riguardano la qualità della vita professionale e fisica dei nostri colleghi, vanno anche in direzione delle esigenze della popolazione detenuta che già si trova in un contesto di sovraffollamento, di per se grave. Le due cose vanno a braccetto. Non lo dice nessuno. Lo diciamo noi: se l’utenza reclusa vivesse in una condizione ottimale o quanto meno buona, gli episodi di violenza diminuirebbero di gran numero.
Poi altra cosa, collegata alla presenza alta di detenuti, e lo diciamo con ironia, sarebbe un minore via vai di droni carichi di cellulari. Ci è giunta notizia che nella giornata di ieri è stato intercettato e sequestrato il carico di un drone-cargo consistente in apparecchiature cellulari.
Questo grazie all’attenzione dei colleghi in servizio. Ottimo risultato per la Polizia Penitenziaria di Parma.
Invitiamo i vertici del carcere parmigiano a coinvolgere le organizzazioni sindacali prima di intraprendere scelte strampalate. Crediamo, ma è una nostra idea, che per la nostra realtà penitenziaria bisogna avere una patente specifica oltre ad esperienze in contesti simili. Passare da una 500 a una Ferrari non è sempre facile".
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