Accorato e unanime arriva, dagli specialisti che abbiamo intervistato, un deciso “no” ai botti di capodanno. Troppi pericoli non valgono un momento di divertimento fine a se stesso («Che divertimento poi?», commentano i medici). «Se proprio si è appassionati di fuochi d’artificio basta andare a rivedere video suggestivi su Internet, se ne potranno trovare alcuni meravigliosi – afferma senza dubbi Edoardo Caleffi, direttore della Chirurgia plastica e Centro ustioni del Maggiore -. Scoppiare fuochi d’artificio può essere molto pericoloso, non mi stancherò mai di ribadirlo».
Caleffi spiega di aver visto mani deturpate, alle quali ha dovuto asportare dita, e altre menomazioni causate dai botti di Capodanno, pericolosi non solo per chi li usa, ma anche per chi li costruisce.
MAI RACCOGLIERLI
«Mi raccomando, soprattutto con i ragazzi, di non raccogliere per nessun motivo fuochi inesplosi che rimangono a terra e di non metterli in tasca, poiché il movimento e il calore del corpo potrebbero farli scoppiare in ritardo, provocando ustioni o al viso o in altre parti del corpo». Caleffi spiega come la pericolosità dipenda dal tipo di fuoco d’artificio che si acquista. «I focherelli acquistati in cartoleria sono meno dannosi di alcuni petardi professionali, anche se tengo a sottolineare che anche la più blanda stellina, in alcuni sfortunati casi, può provocare lesioni alla pelle dei bambini piccoli». Caleffi ribadisce la sua posizione: non fare scoppiare botti per nessun motivo.
TRAUMI ACUSTICI ACUTI
L’esplosione di un petardo può provocare anche un trauma acustico acuto. Lo assicura Enrico Pasanisi, direttore dell’Otorinolaringoiatria e Otoneurochirurgia del nostro ospedale. «In questi casi l’effetto dannoso è determinato sia dall’intensità del rumore ma anche dalla rapidità di comparsa; l’evento improvviso determina un danno prevalentemente a carico dell’orecchio interno e della coclea, il nostro microfono biologico, dove alcune strutture fondamentali per la funzione uditiva vengono danneggiate (cellule ciliate, membrana basilare), spesso in modo irreversibile – continua -. Talvolta il trauma acustico può essere la conseguenza dello scoppio, vicino all’orecchio, di veri e propri fuochi d’artificio, fino alla deflagrazione addirittura di ordigni esplosivi. In questi casi, le lesioni, provocate dall’onda di pressione positiva, possono interessare, oltre alla coclea, anche l’orecchio medio: si può assistere a perforazioni della membrana timpanica, emorragie timpaniche e, nei casi di barotrauma più importanti, alla dislocazione degli ossicini della catena ossiculare e/o alla rottura della membrana della finestra rotonda, che separa l’orecchio medio dall’orecchio interno». Il professore fa un esempio: «Per dare un’idea dei livelli medi di intensità di cui si parla, espressi in decibell, occorre tenere presente che l’interno di una camera silenziosa è di circa 20-30 db, la voce di conversazione normale si attesta sui 50 dB, una macchina industriale rumorosa può generare 80-90db, un martello pneumatico i 110 db, gli altoparlanti di una discoteca i 120 dB e un aereo a reazione in fase di decollo determinare 120-130 db. E lo scoppio di un petardo si assesta su livelli medio alti, che possono essere ulteriormente amplificati se avvengono in ambienti chiusi, come in una stanza con le finestre chiuse o peggio ancora nell’abitacolo di un’auto; mentre i livelli di pressione acustica determinati da una esplosione superano i 130-150 db – sottolinea -. Le lesioni così riportate determinano vari tipi di sordità, associata spesso ad acufeni (fischi, ronzi nell’orecchio), talora sanguinamento dal condotto uditivo. Raramente compaiono vertigini o disturbi dell’equilibrio». Pasanisi spiega che di fronte a traumi relativamente contenuti si può avere un recupero dell’udito e la scomparsa degli acufeni anche dopo poche ore. «Ma talora questi sintomi (la sordità e gli acufeni) persistono, nonostante una terapia tempestiva ed eseguita anche in regime di ricovero a base di cortisone, vasoattivi, ossigenoterapia iperbarica, vitamine A ed E. Nei casi più gravi può essere indicato un intervento di microchirurgia otologica per riparare la membrana timpanica, ricostruire la catena ossiculare, trattare la rottura della finestra rotonda».
RISPETTO DELLE REGOLE
Il professore rivela che in questi giorni la direzione dell’Azienda ospedaliera universitaria, nel fare gli auguri di buon Natale agli operatori sanitari, ha sottolineato come fermare il contagio sia l’abbraccio più grande che possiamo rivolgere alle persone a cui vogliamo bene e ha invitato tutti ad usare il buon senso. «Ecco un messaggio per i cittadini è proprio questo: rispettare le regole ed evitate di fare i botti», conclude.
La psichiatra: «Proteggere le persone con autismo e i bimbi»
L’abitudine di salutare l’arrivo del nuovo anno con i fuochi d’artificio rappresenta per molti una tradizione gioiosa. «Occorre, però, tenere conto del fatto che far esplodere botti e petardi in modo incontrollato, senza le dovute cautele, non crea solo un potenziale pericolo per l’incolumità ed il rischio di danni fisici alle persone, ma anche disagio ed incide negativamente sul benessere psicofisico di alcune persone - spiega Patrizia Ceroni responsabile del Centro di igiene mentale Parma Nord Ovest -. In particolare, il rumore e gli effetti luminosi, possono determinare nei soggetti più fragili (come bambini, anziani e persone malate) reazioni di disagio psichico e fisico. Pensiamo ai bimbi molti piccoli, che possono sviluppare vero terrore». L’esperta spiega che tra i più sensibili al disagio provocato dai botti ci sono le persone affette da disturbi dello spettro autistico. «Che sono molto sensibili agli stimoli esterni, tanto che i bimbi autistici percepiscono il rumore come una vera catastrofe – aggiunge Ceroni -. Il ruggito causato dai fuochi può generare, in persone con autismo, un alto livello di ansia e stress sfociando in vere e proprie crisi, episodi in cui questi soggetti piangono, gridano, si coprono disperatamente le orecchie e in alcuni casi possono raggiungere autolesionismo o sviluppare convulsioni». Ceroni spiega che, generalmente, negli anziani e nelle persone che soffrono di disturbi psichici, i fuochi d’artificio possono determinare un elevato livello di stress e ansia, con irritabilità, nervosismo, insonnia, fino ad episodi di disorientamento. «Per ridurre il disagio psichico, occorre rammentare preventivamene alle persone fragili l’evento dei fuochi d’artificio, così da prepararle psicologicamente, affiancandole poi con una presenza rassicurante e studiando strategie che attutiscano il rumore».
is.sp.
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