×
×
☰ MENU

Arterie sane

Colesterolo alto, ecco perché il cuore è a rischio

Gli specialisti: troppi sottovalutano l'ipercolesterolemia. E un paziente su due disattende le cure. Tra gli errori che costano cari anche non assumere i farmaci prescritti

Colesterolo alto, cuore a rischio

di r.s.

01 Ottobre 2022, 15:24

Nel nostro Paese, oltre una persona su tre muore per malattie cardiovascolari, ma più del 40% degli italiani ancora sottovaluta il ruolo del colesterolo alto. A fare il punto sul tema, in vista della Giornata mondiale del cuore che ricorre domani, è stato l’incontro «Malattie cardiovascolari e colesterolo nei pazienti ad alto rischio».

Silenzioso, invisibile e sottovalutato, il colesterolo è oggi tra i principali responsabili delle oltre 18,6 milioni di vittime per patologie cardiovascolari nel mondo e che nel nostro Paese fanno registrare il 34,8% dei decessi (dati Istat 2018).

Ma secondo un’indagine SWG per Sanofi, oltre il 40% degli intervistati sottovaluta i rischi legati ad alti livelli di colesterolo, mentre circa uno su tre ritiene che il rischio di mortalità legato all’ipercolesterolemia debba preoccupare solo chi ha problemi cardiaci pregressi. Meno di uno su due (il 43%) sa che è il colesterolo LDL ad essere dannoso per la nostra salute.

Dall’indagine emerge inoltre che è attraverso la prevenzione che per il 92% degli intervistati i problemi cardiocircolatori possono essere evitati, ma solo per il 17% del campione è opportuno eseguire periodicamente visite di controllo.

A non poter però sottrarsi a controlli regolari sono i pazienti ad alto rischio cardiovascolare, che magari hanno già avuto un evento cardiovascolare. «Eventi come infarti o ictus negli anni successivi - spiega Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia - potrebbero essere ridotti se venissero implementate strategie di prevenzione secondaria. Proprio nella direzione di un trattamento precoce va l’abbassamento delle soglie di colesterolo LDL per l’accesso ai nuovi farmaci anti-colesterolo PCSK9, recentemente pubblicate in Gazzetta Ufficiale da Aifa. Evidenze scientifiche dimostrano come il colesterolo LDL sia causa delle patologie cardiovascolari, non un fattore di rischio, e come la sua riduzione rappresenti uno degli obiettivi principali per limitare eventi cardiovascolari».

Proprio sulla percezione dell’ipercolesterolemia c’è da fare: il 20% non conosce neppure i rischi derivanti da alti livelli di colesterolo, mentre per il 42% il controllo dipende solo da dieta e attività fisica.

Ascoltare il medico

Sull'importanza dei farmaci nella prevenzione degli eventi cardiovascolari, e sulla necessità di seguire le prescrizioni degli specialisti, interviene la European association of preventive cardiology (Eapc).

Nell’ambito della prevenzione cardiovascolare primaria, volta a scongiurare ictus e infarto, solo un paziente su due assume correttamente i farmaci prescritti dal medico; persino tra chi ha già avuto un evento, un paziente su tre disattende le cure. Si stima che in Europa il 9% degli eventi cardiovascolari sia riconducibile alla scarsa aderenza terapeutica.

«Come diceva il chirurgo statunitense Everett Koop, i farmaci non funzionano nei pazienti che non li prendono», dice Roberto Pedretti, presidente della sezione Prevenzione secondaria e riabilitazione di Eapc. «Sembra banale ma non lo è se si pensa che i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, gestibili con i farmaci e con un corretto stile di vita, sono spesso fuori controllo. Nei pazienti affetti da malattia coronarica, per esempio, a 6 mesi dalla dimissione ospedaliera, il 42% presenta ancora una pressione arteriosa non controllata, il 71% ha il colesterolo troppo alto e quasi il 30% ha un diabete non sufficientemente controllato».

Pedretti e i colleghi europei hanno quindi deciso di stilare indicazioni «pratiche e semplici» per aiutare gli operatori sanitari ad invertire la tendenza. Prima tra tutti, «evitare il sovraccarico informativo al paziente». La comunicazione, spiega Pedretti, «deve essere semplice, di qualità» e «occorre usare tutti i mezzi possibili per far sì che il paziente abbia una reale comprensione del suo livello di rischio».

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI